La penna degli Altri 27/12/2009 12:30

Toni, tutti lo vogliono: dopo la Roma il Chelsea

Basta insomma che ce lo leviate di torno. Le due ultime "cose tedesche" fatte dall´azzurro sono state un paio di foto vestito da pupazzo bavarese all´ultima Oktoberfest e un gol all´Eintracht in Coppa di Germania il 28 ottobre. Poi solo sfoghi, pugni contro il muro e uscite dal campo senza passare dalla panchina. La discesa agli inferi culmina un mese fa con un´intervista per RaiTre: «Voglio andarmene da qui». Van Gaal diventa una furia paonazza e lo mette fuori rosa. Rummenigge tenta di ricucire. L´ambiente s´interroga. Ma ormai l´addio è inevitabile. Che finisca, come sembra, alla Roma, o altrove, il suo addio alla Germania è maestoso, fin troppo chiacchierato e vagamente patetico.



A una settimana dalla poco gratificante (per tutti) messa in atto dell´operazione "costo zero", in teoria per Toni si dovrebbe aprire un´asta. In realtà nessuna asta si può aprire perché nessuna offerta, al ribasso, sarebbe in grado di superare l´invitante prospettiva economica di portarsi a casa un calciatore giudicato dai suoi proprietari "senza valore". Ma perché Toni non ha più valore? Potrà mai uno che in viola ha superato Batistuta e Hamrin nei record stagionali, essere diventato da un giorno all´altro, perché cordialmente detestato dal suo attuale tecnico, il simpaticissimo Louis Van Gaal, soltanto un 32enne da rottamare? Van Gaal non aveva usato metafore: «Non è all´altezza del Bayern». Quindi via. Magliette qui, scarpini là, carne di fuoriclasse in un cassonetto speciale. Toni finisce nella raccolta differenziata.



Fosse vero quel che sostiene l´olandese («è stato solo un caso se Toni ha segnato tanto qui in Germania»), Hitzfeld e Rummenigge - che il 30 maggio del 2007 ebbero l´ardire di acquistarlo dalla per 11 mln di euro assicurandogli 5,5 mln a stagione - sarebbero da ricoverare. E sarebbe solo un´ illusione collettiva, secondo la ricostruzione storica di Val Gaal, il fatto che lui li abbia ripagati diventando capocannoniere nel 2008 (24 reti). Fra Luca e Ribery, giunti a Monaco lo stesso giorno, l´Allianz Arena scelse prima Padron Toni. Perché segnava, rideva e si batteva come un leone. E quando segnava continuava a rigirarsi la mano accanto all´orecchio. La sua era la festa di tutti.



Ma Van Gaal è un uomo che non guarda passare i treni. Pensa solo a quello su cui viaggia. Quando le cose andavano male sentì il bisogno di liberarsi di un paio di pesi morti ("meglio quattro"). Andò in fissa con Thomas Muller e Mario Gomez, promosse Badstuber sulla fascia e comunicò ai vertici che le teste che aveva in mente di tagliare, senza fretta per carità, potevano essere quelle di Toni, Klose, Tymoschuk e Lahm. Luca è stato il primo a saltare. Forse perché il più esasperato.



Adesso c´è mezza Europa che lo vuole, che si dice pronta ad accoglierlo. Figaro qui, Figaro là. Si sono fatte vive il Benfica, la Dinamo Mosca, il West Ham. Molto vicino era parso, per qualche ora, il Valencia (nello stesso periodo in cui il Liverpool stava trattando Mata e Villa per il 2010). Quindi ci ha provato lo stesso Benitez. Poi Inter e Roma. Non Galliani. Infine il Chelsea: «Non c´è niente di sicuro, ma la Roma potrebbe essere la giusta collocazione», spiegava appena ieri l´agente del calciatore Tinti. Toni non ha smesso di pensare al Sudafrica. C´è solo un piccolo, se vogliamo irrilevante, ostacolo: l´ingaggio. Ora che si è ridotto lo stipendio, Toni prende quasi un milione in più del suo eventuale nuovo capitano, che però ammette: «Luca è solido e affidabile». E´ fatta?