La penna degli Altri 14/12/2009 09:19

Peccato, è mancato solo il gol

Lo 0 a 0 festeggiato dalla Sampdoria come un successo produce un punto buono soprattutto per staccarsi sia pure di misura dalla tonnara di chi insegue un posto nell’Europa che conta e per confermare i progressi di una difesa non più colabrodo: seconda partita di fila senza subire reti, ecco la mano del tecnico di San Saba. Ora la classifica consegna la Roma al quinto posto, a braccetto con la Samp che peraltro pare destinata a scivolare più in basso, tre punti sotto il Parma atteso domenica all’Olimpico, per un vero e proprio spareggio- . Peccato. Potevamo inquadrare più nitidamente nel mirino la magnifica creatura di Guidolin, agguantando quota 27. Tant’è. Resta l’ottima serie positiva (quattro vittorie e due pari nelle ultime sei di campionato, due vittorie in Europa League), restano i netti progressi di personalità e di gioco, se non di assoluta concretezza.

E’ mancato il colpo del kappaò, non la voglia di cercarlo, stavolta, anche sul piano della manovra. Ma non facciamola più grossa di quello che è: la squadra è viva, compatta, finalmente convinta dei suoi mezzi. Con quello che le si muove intorno soprattutto a livello di prospettive (inquietante e speriamo casuale una battuta dell’ottimizzatore Montali, a fuochi spenti: «Acquisti per gennaio. La presidenza è entusiasta di questo gruppo…»), non si può storcere troppo la bocca. Ad altri, ben più ricchi di noi, in questo week-end è andata assai peggio: pensate alla , al Milan, alla , in fondo anche all’Inter. Non poteva del resto essere una passeggiata di salute, lo sapevamo, in un ambiente arroventato come quello che ieri ha accolto e compagni, a capo di troppe illusioni. E non a caso, specie in avvio, è stata dura davvero.

Samp aggressiva, Roma più compassata ma pronta alle ripartenze. Come due pugili a centro ring, le squadre di Delneri e Ranieri hanno subito preso a scambiarsi botte a testa bassa (Giulietto a rimediare la peggiore, da Pazzini, in pieno volto), nel match ruvido e intenso, consumato su un terreno infame. Specchio delle due facce della partita, la sfida incrociata Cassano-, finalmente celebrata dopo mille rinvii: elegante e ispirato il barese quanto alle lunghe impalpabile, macchinoso nel mettersi in moto ma sempre concreto e insidioso nelle giocate offensive il capitano. Nel loro confronto a distanza, sta in fondo il senso più vero del match: pur ancora lontano dalla brillantezza delle giornate migliori, alla distanza è risultato più decisivo in tutto. Gara tosta, fitta di situazioni importanti, anche se non di interventi particolarmente spettacolari di Castellazzi e Julio Sergio.

Primo tempo di pura lotta. Maggior possesso doriano, insidiosi blitz romanisti, nel susseguirsi di occasioni da una parte e dall’altra. Cassano rimpallato da Juan, Taddei tornato a inquadrare la porta dopo mesi, Riise che – ahinoi – non c’è riuscito pochi secondi dopo, la gran botta di Mannini fuori quadro non di molto, un guizzo bélle époque di Perrotta, un palo di Stankevicius in stacco su calcio d’angolo, Brighi smarcato in area da e fermato da Stankevicius con un’entrata da rivedere. Roma, così, pressata e spinta a schiacciarsi in un trasformato di continuo in 4-1-4-1, concentrata nella difesa che oltre al sontuoso Juan ha ritrovato la grinta di Cassetti, miracolato dal derby e attentissimo su Cassano, quanto orfana della lucidità di Pizarro nella costruzione del gioco.

Azzoppato sul finire del primo tempo , che peraltro ha stretto i denti con la rabbia che sappiamo, Vucinic e Taddei (mai visto così vivo da un pezzo) si sono ritrovati in fretta costretti a coprire chilometri di campo per accorciare le distanze con l’attacco, lo stesso formidabile Perrotta ha dovuto sdoppiarsi nel ruolo di contenimento e di rilancio. Lo hanno fatto con grande spirito di sacrificio, smarrendo magari un pizzico di lucidità – specie il montenegrino – nell’ultima giocata. Ma questo era il prezzo da pagare alle contingenze di ieri. La Roma d’altra parte è venuta fuori con prepotenza nella ripresa, prima sotto la spinta costante della catena di destra, Cassetti-Taddei, due dei non pochi resuscitati dalla cura- Ranieri, quindi con un collettivo lucido e sempre più compatto. Conquistato progressivamente campo, i giallorossi hanno incastrato la Samp in un buco, così abili nel coprire il terreno da sembrare a tratti in superiorità numerica. Eccellente la circolazione del pallone, costante la spinta offensiva contro avversari chiusi all’angolo e via via costretti a rimboccarsi le coperte con un terzino, Accardi, e un centrocampista fresco, Tissone. Per mezzora buona, il forcing giallorosso si è srotolato sul campo praticamente senza soluzione di continuità. Impressionante l’incapacità degli uomini di Delneri di opporsi concretamente alla spinta della Roma.

Così, Perrotta ha sfiorato il vantaggio su una magica verticalizzazione di , scaricando il radente un metro scarso fuori quadro; Castellazzi è volato ad alzare una perfetta palombella aerea di Vucinic; una botta di Brighi è stata respinta con un gomito da un difensore doriano; un diagonale di è uscito di non molto a lato; una secca inzuccata di Perrotta è stata rimpallata chissà come. Il lungo assedio ahinoi non ha prodotto la scintilla del gol, magari anche a caso della serata non felicissima dei nostri terminali: come detto è riuscito a concludere solo in un’occasione, dedicandosi non a caso esclusivamente a movimenti da trequartista; Vucinic, sempre assai defilato per esigenze tattiche, non ha trovato modo di innescare lo scatto giusto, soffocato nelle spire di avversari abbottonatissimi. Nel finale Ranieri ha cercato anche la cabala, escludendo lo stremato Vucinic per gettare sul tavolo la carta-Baptista, quattro gol alla Samp, quando ancora ne sapeva segnare.

Ma il misterioso brasiliano non ha risposto a quest’attenzione con lo straccio di una giocata degna del suo (recente) passato. Smarrita la Bestia, perso negli ultimi minuti anche il formidabile Taddei, vittima di un’entrata omicida di Lucchini. Ma almeno lui la Roma lo ha ritrovato e farà bene a tenerselo stretto nelle prossime settimane. Appuntamento a domenica, alla sfida con il Parma. Almeno in campo – anzi, solo in campo, per esclusivo merito di Ranieri e dei giocatori – il definitivo salto di qualità, e di classifica, pare finalmente dietro l’angolo.