La penna degli Altri 17/12/2009 09:34

Panucci: «È la partita che non vorrei giocare»

L’umiltà è «il segreto che ci ha portato fin qui, ma non dobbiamo perdere di vista la realtà e sentirci troppo bravi». Sono umili i suoi compagni, «dai giova­ni, bravissimi, ai vecchietti che si rimettono in discus­sione ». È umile «l’ultimo dei magazzinieri della Ro­ma » che affronterà domenica da avversario dopo 9 anni. «Saluterò tutti. Non è un segreto, io sono inna­morato di Roma e della Roma, e domenica per me sarà speciale. È una partita che non avrei mai voluto giocare. Prima e dopo la gara andrò sotto la curva: i tifosi giallorossi con me sono sempre stati fantastici».

Quei sassolini Come sempre, Panucci non le manda a dire: «Con una panchina diversa, se ci fosse stata l’opportunità di rimanere a Roma sarei rimasto. Io però non ho nessun rancore, questo è il destino. Il giocattolo si è rotto dopo l’episodio di : ho sba­gliato a non andare in panchina, ma poi con Spalletti avevo chiarito tutto. Solo che da quel giorno la Sensi non mi ha più risposto al telefono. E pensare che ave­vano pronto un posto da dirigente per me. Ora però voglio battere la Roma: non mi piace perdere nean­che in spiaggia. Il Parma deve restare quarto, ma da solo». Sul caso : «Umanamente sono ferito, e andrò fino in fondo a questa storia».

Capitolo Nazio­nale: «Per me è chiuso, ho detto addio alla maglia azzurra e poi il c.t. non cambierà.E non mi danno il passaporto inglese...».