La penna degli Altri 20/12/2009 09:44

La Roma rivede l'Olimpo



CATANIA - L'ultima volta era una squadra da scudetto. O quasi. Il 18 maggio 2005, se Ibrahimovic fosse stato già un giocatore del , la Roma di Spalletti avrebbe infilato la corsia giusta per il sorpasso dell'Inter. Invece fu costretta ad accontentarsi del "solito" secondo posto, che meritò ugualmente i festeggiamenti di migliaia di tifosi all'aereoporto di Fiumicino. Da quel momento però qualcosa, il filo di sintonia con il Top della Serie A, si è spezzato. Nelle 38 giornate di campionato successive, la Roma non è mai andata oltre la quinta posizione, osservando da vicino la zona (anche a un punto di distanza) senza mai poterla raggiungere. Il sesto posto finale a 21 punti dall'Inter segnalava con una spia rossa che il passato era passato.



IN PICCHIATA - Le conseguenze della retrocessione in Europa League sono state pagate duramente: Rosella Sensi ha venduto Aquilani e non l'ha sostituito, il mercato è stato quasi inesistente e comunque a costo zero. Fino alle dimissioni di Spalletti, che non riusciva più a frenare il declino. Poi quella telefonata, il 31 agosto. Mittente Bruno Conti :" Ranieri, vuoi allenare la Roma?" Risposta: "E me lo domandi? Certo." Ranieri ha ricordato proprio ieri, alla vigilia dello spareggio contro il Parma, il momento della svolta: "E' stato il giorno più bello del mio 2009."



LA CURA - Non è stato facile neanche per lui, il lavoro: "sarà un anno di sofferenza" disse subito, da uomo e allenatore navigato, il romanista di San Saba. E in effetti il 28 ottobre, soltanto sei partite fa, la Roma era 14ma in classifica con due punti di vantaggio sulla Serie B e sei di ritardo dal quarto posto. Ora, grazie a una serie di 4 vittorie e due pareggi, la retrocessione non è più una finestra sull'orrore e la dista solo tre scalini. Ranieri, per ammissione dei giocatori, ha avuto il merito di restituire autostima al gruppo. Oggi, dopo una lenta e paziente semina, può andare a ritirare il raccolto. "Meritiamo il quarto posto? Solo se vinciamo - ha spiegato ieri - Ognuno ottiene quello che si è meritato sul campo. Nè più nè meno. Io sono un tipo molto pragmatico." Non c'erano dubbi, la sua Roma ha assimilato il concetto.