La penna degli Altri 03/12/2009 11:14
La legge di Roma per gli svizzeri. Quattro gare in Europa, 11 gol
gallico, dedicarono un volume quasi enciclopedico agli Elvezi e ai loro vizi, sagacemente presi in giro nelle vignette del libro. Dallimpenetrabilità dei segreti bancari ai tanti buchi della groviera; dalla fonduta con i pezzettini di pane inzuppati nel formaggio fuso ai lunghi corni da montagna suonati dalle bande di paese; dai cappelli montanari con la piuma fino alla celeberrima leggenda di Guglielmo Tell e della sua mela, tutto venne ridisegnato e simpaticamente rivisitato nel corso dellavventura che Asterix e Obelix vissero tra i monti della Svizzera.
Ovviamente posti sotto il dominio dei romani come tutto il resto dEuropa, a parte quel piccolo, fantasioso, villaggio gallico dal quale venivano i protagonisti della storia. Sotto le insegne di Roma i nostri confinanti elvetici vissero più o meno serenamente per tutta la durata dellImpero, nel quale prosperarono godendo di una pace duratura. Ma dato che i romani erano pur sempre dominatori, la fama che li accompagnava da quelle parti non era proprio benevola e forse anche per questo, quando la Roma si è ritrovata a giocare in Svizzera, non ha mai raccolto risultati confortanti. Nelle sue quattro trasferte al di là delle Alpi, infatti, ha collezionato due sconfitte, altrettanti pareggi e neppure una vittoria.
Roba da non crederci se confrontiamo il calcio svizzero con quello italiano, rispetto al quale è da sempre nettamente inferiore, ma non per questo incapace di giocargli qualche brutto scherzetto. Il 4-3 subito dalla Roma a Zurigo con il Grasshoppers nella Coppa Uefa 1992-93, l1-1 con il Neuchatel Xamax della Uefa 1995-96, il 2-2 in casa dello Zurigo della Uefa 1998-99 e il 2-0 subito nella gara di andata di questanno col Basilea stanno lì a dimostrarlo.
Per i giallorossi, dunque, a differenza dei loro predecessori imperiali, la Svizzera non è mai stata terra di conquista. Meglio, molto meglio, è andata quando gli elvetici sono venuti a giocare dalle nostre parti, dove hanno lasciato sempre le penne, come testimoniano le quattro sconfitte in altrettante gare con le quali
sono tornati a casa. Senza contare gli undici gol che hanno complessivamente incassato tra Grasshoppers (che perse 3-0 con reti di Carnevale, Rizzitelli e Giannini), Neuchatel (4-0 con doppietta di Balbo, gol di Fonseca e autorete di Rueda), Zurigo (1-0 con rigore di Totti) e proprio Basilea, che è stata lultima squadra elvetica a calcare il prato dellOlimpico prima di
lei stessa, che ci tornerà stavolta. Il precedente risale
allultima partita di un girone di qualificazione della Coppa Uefa 2005-06 che prevedeva gare di sola andata. Anche in quel caso, come questanno, la gara era decisiva per il passaggiodel turno. Per qualificarsi la Roma aveva a disposizione due risultati su tre: la vittoria e il pareggio.
Perdendo, invece, avrebbe rischiato leliminazione se la Stella Rossa di Belgrado (a quei tempi allenata da Zenga) avesse vinto in casa dei francesi dello Strasburgo. I giallorossi vinsero 3-1 con gol di Taddei, Totti e Nonda e non corsero alcun rischio. Quella gara merita di essere ricordata non solo perché è il precedente
più recente tra la Roma e una rappresentante del calcio elvetico, ma anche perché fu la cinquantesima che Totti disputò in Europa. Un bel traguardo che il capitano tagliò a modo suo, ovvero segnando un gran gol. Ma il particolare curioso da ricordare in vista dellormai imminente match col Basilea è che quella del 2005
non fu neanche lunica occasione in cui Totti legò in qualche modo una tappa importante della sua carriera al calcio elvetico. Proprio in Svizzera, infatti, esordì nelle coppe europee: tutto accadde la sera del 12-9-1995 a Neuchatel, dove Mazzone lo mandò in campo a sei minuti dalla fine al posto di Balbo. La partita finì 1-1 e si giocò nellambito della Coppa Uefa 1995-96. Il primo gol europeo del giovane Francesco arrivò sempre in quella competizione, ma nel turno successivo, in cui la Roma incontrò i belgi dellAalst, sconfitti allOlimpico
per 4-0 il 17-10-1995.
Al calcio elvetico, poi, si legano le due partite della Roma nella Coppa dellAmicizia Italo-Svizzera del 1961-62 contro lo Zurigo (doppia vittoria per 1-0 e 0-3) e le Coppe delle Alpi delle stagioni 1959-60, 1963-64, 1966-67 e 1967-68, nelle quali i giallorossi incontrarono lo Young Boys, il Servette, il Bienne,
ancora lo Zurigo e lo stesso Basilea, che nelledizione del 1966-67 batterono in Svizzera per 2-0 con la doppietta di Barison e in quella del 1967-68 fermarono sul 2-2, sempre in casa sua, con le reti del povero Taccola e di Jair. Si trattava di competizioni europee minori nelle quali, contro gli svizzeri, la Roma giocò complessivamente 12 partite senza perderne neppure una: 10 le vittorie, 2 i pareggi, 23 le reti segnate,
appena 9 quelle subite. Una superiorità schiacciante che ben testimoniava quella più generale del calcio italiano sul football elvetico.