La penna degli Altri 06/12/2009 10:56
E un mix di Roma e resto del mondo

Qualcuno figlio del suo talento come Jeremy Menez che ha qualità per poter fare la differenza contro qualsiasi avversario. Qualcuno scontato come Daniele De Rossi che è tornato in campo giusto giusto per non perdersi la sfida contro la Lazio. Qualcuno di potenza come Riise che alle spalle ha unesprienza di derby che in pochi possono vantare. Quattro giocatori che stasera proveranno a diventare luomo derby in una partita che, come sempre, non può che sfuggire a qualsiasi tipo di pronostico, perché il derby non è una partita come tutte le altre. Pare che se ne sia convinto anche Zdenek Zeman.
JULIO SERGIO
Dopo anni di attesa può godersi il primo derby da portiere titolare
ROMA - Dalla tribuna a titolare. Cioè Julio Sergio Bertagnoli. Quarta stagione a Trigoria, sempre spettatore nei derby, abbonato alla tribuna, lui che Luciano Spalletti aveva definito
« il miglior terzo portiere del mondo» . In poche settimane gli è cambiato tutto. Lanteprima il giorno dellultima volta del tecnico di Certaldo sulla panchina giallorossa, la Juventus ospite allOlimpico, Diego che fa Diego, tre gol al passivo ma la sensazione che quel brasiliano che dopo tre anni era ancora uno sconosciuto da queste parti, si fosse meritato almeno una prova dappello. Claudio Ranieri gliela diede subito, prima di quellinfortunio muscolare nella partita con il Napoli che la costretto a tornare a fare lo spettatore. Ma come è tornato in condizioni fisiche accettabili, complice un Doni che seppur tornato non ha dato le garanzie che ci si attendevano, lallenatore giallorosso lo ha rigettato nella mischia, giustamente, visto che le risposte del numero ventissette sono state sempre positive, con una serie di parate importanti e rassicuranti, tipo quello su Milito a San Siro contro lInter.
E lui, adesso, il titolare in questa Roma che vuole continuare nella sua risalita, sperando che prima o dopo, meglio prima, si possa concludere una partita senza un gol al passivo. Ha convinto tutti e stasera giocherà il suo primo derby da protagonista, un derby che per Doni rappresentò il trampolino di lancio, mentre per Julio Sergio può essere la definitiva conferma che il presente e, forse, pure il futuro sono suoi. Un futuro che dovrà comunque passare attraverso un rinnovo contrattuale visto che Bertagnoli è in scadenza il prossimo trenta giugno. Il derby di stasera, per lui, potrebbe voler dire anche un anticipo sul nuovo contratto, magari da trovare sotto lalbero di Natale.
JEREMY MENEZ
Ha soltanto assaggiato la sfida Stavolta potrebbe infiammarla
ROMA - Pare che Claudio Ranieri abbia deciso: tridente anche nel derby. Quindi Jeremy Menez in campo dallinizio. Il primo, per il talento francese, da annunciato protagonista. Lo scorso anno, prima stagione italiana per lex del Monaco, per lui nelle due sfide contro la Lazio in tutto ci furono cinquantacinque minuti, quindici in quello del girone dandata per festeggiare alla fine insieme ai compagni, trantacinque in quello di ritorno per tornare a capo chino negli spogliatoi. Stavolta può essere lui luomo partita di una Roma che sembra non voler più fare a meno del talento di questo ventiduenne che nei piedi ha un calcio da campione e che se riuscirà a trasferirlo anche nella testa, può diventare un giocatore che fa la storia del derby della capitale. Stasera può essere il primo capitolo di questa storia, ancora in campo, ancora con Vucinic e Totti in un tridente dalle straordinarie qualità tecniche, in grado di mettere in imbarazzo qualsiasi reparto difensivo, palla a terra, velocità, estro, fantasia, colpi da campioni. Sarà interessante vedere dove Ranieri posizionerà il francese in campo. Ovvero se sulla fascia come esterno destro offensivo, oppure direttamente alle spalle del capitano romanista, in quel ruolo che per le caratteristiche tecniche del francese sembra il più adatto, libero di andare dove lo porta il talento, potendo puntare la porta e sapendo di avere la scelta di sfruttare una sponda chiamata Francesco Totti.
Può essere lui luomo derby della Roma, il francese che quando sorride sembra arrabiato, un anno di Roma alle spalle, la possibilità di entrare definitivamente nel cuore della gente romanista. Questanno in campionato ha realizzato sinora soltanto una rete, a Milano, contro il Milan. Quale migliore occasione di concedere il bis nel derby?
DANIELE DE ROSSI
E la partita che sente di più E rientrato appena in tempo...
ROMA - La prova generale contro il Basilea, ora il derby. Luomo in maschera è pronto a vivere ancora una volta la sfida che, da buon romano e romanista, sente più di qualsiasi altra, quella con la Lazio che ha conosciuto quando era ancora parecchio minorenne e gli auguriamo di continuare a conoscere sino al termine della sua carriera. Per Daniele De Rossi, così assicura lui, non è più una partita da non chiudere occhio la notte precedente. Certo, non è diventata una partita come le altre e mai lo diventerà, ma anche se è vero che non ci si fa mai labitudine, ormai per il biondo di Ostia lavvicinamento alla sfida più sfida di tutte, è meno nevrotico di quello che è stato nei primi anni della sua carriera. E un De Rossi che gioca alla De Rossi, riuscendo quasi a dimenticare il nome dellavversario, potrebbe essere la garanzia migliore per vedere in campo una Roma in grado di giocarsi le sue chance senza farsi coinvolgere da nervosismi che, qualche volta, in passato, sono costati una sconfitta. Toccherà al biondo, alla partita numero 200 in serie A, piazzarsi in mezzo al campo e dare i ritmi a una Roma che è tornata a giocare con il modulo di tante vittorie spallettiane, il quattrodue- tre-uno, il biondo con a fianco Pizarro a dirigere in mezzo al campo avendo davanti almeno tre punti di riferimento. Contro il Basilea il biondo ha dimostrato di essersi messo alle spalle in maniera quasi definitiva i guai fisici che lo avevano fermato, prima la frattura allo zigomo, poi la colica renale. E stato suo lo straordinario assit che Vucinic ha trasformato nel gol qualificazione. Maschera o non maschera, toccherà ancora a De Rossi, oggi, dare ritmi e geometrie a questa nuova ma allo stesso tempo antica Roma ranieriana.
JOHN ARNE RIISE
I tifosi chiedono al suo sinistro una punizione stile Di Bartolomei
ROMA - Queste sono le sue partite. Le partite di John Arne Riise, il norvegese arrivato da Liverpool. E, quindi, con una conoscenza del valore di un derby arricchita dalla lunga esperienza in Inghilterra dove la sfida tra Liverpool ed Everton è forse il derby più derby di qualunque altro. Il roscio ci ha messo poco a diventare uno dei beniamini della tifoseria che spesso, quando cè da battere un calcio di punizione e si vede il norvegese pronto a farlo, gli regala un coro che qualche anno fa era per un indimenticabile come Agostino De Bartolomei. Piace ai romanisti lo spirito agonista di Riise, quella capacità di mettere sempre la gamba e dare il cento per cento che sono quelle caratteristiche fondamentali per sfondare in un calcio vero come quello della Premier. Il norvegese, anche se abituato alle straordinarie atmosfere dei derby di Liverpool, è rimasto lo stesso colpito, nella passata stagione, delle altrettanto splendide atmosfere che si vivono allOlimpico quando di fronte ci sono Roma e Lazio.
Stasera, come sempre, Ranieri gli affiderà quella fascia sinistra dove ormai il norvegese non ha più rivali, complice un Tonetto che non riesce a tornare in condizioni fisiche ottimali per poter rappresentare unalternativa in grado di far rifiatare lex del Liverpool. Per lui, ovviamente, non è un problema, è abituato al ritmo di tre partite a settimana, corsa, dinamismo, agonismo sono le sue caratteristiche che ne fanno un di quei giocatori che un allenatore vorrebbe sempre avere a disposizione magari sperando che certi movimenti difensivi prima o dopo comincino a far parte del dna del norvegese. Che stasera può rappresentare unulteriore arma offensiva con quel sinistro che quando sfrutta si sente il rumore in tribuna.