La penna degli Altri 05/12/2009 10:11
Cuore e batticuore

Impossibile il contrario, anche se fa di tutto per non dimostrarlo. Il suo ruolo gli impone di mettere da parte il tifoso per dare spazio solo al professionista. E, così, (pubblicamente) dispensa caramelle alla camomilla. «La città di Roma merita due squadre di vertice, spero che un giorno si potrà giocare un derby tra Roma e Lazio che puntano allo scudetto», le sue parole. «Ho vissuto i derby quando giocavo nelle giovanili della Roma, ora mi appresto a vivere questo con le sensazioni di chi lo vive per la prima volta». Sensazioni elettriche, perchè così impone la storia. E, sotto questo aspetto, non conta la mentalità british perfezionata in tanti anni di panchina. Ranieri, del resto, con i suoi parla romanesco, mica inglese. «È bello lo sfottò, ma serve lealtà, così come sarà in campo. Sugli spalti è bello sentire un bel tifo che sia a favore e non contro. Mi aspetto molta civiltà. Ovviamente sarà una partita tiratissima».
Intanto, si avvicina allappuntamento con la Lazio con la serenità di chi, arrivato in un momento di enorme difficoltà, sta pian piano facendo tornare la Roma alla normalità. Le tre vittorie consecutive alle spalle, la qualificazione ai sedicesimi di Europa League con un turno di anticipo, il distacco di soli tre punti dalla zona Champions in campionato sono argomenti che Ranieri può sventolare con orgoglio. Adesso, per chiudere il (primo) cerchio, gli serve un successo contro la Lazio. E, per riuscirci, con tutta probabilità si affiderà ancora al modulo 4-2-3-1, quello che ha fatto la fortuna (e la sfortuna...) di Luciano Spalletti. Una Roma nuova e vecchia al tempo stesso; una Roma strana, dato che gioca il vecchio calcio con i vecchi giocatori eppure ottiene risultati, cosa che con Spalletti in panchina non succedeva più. Inspiegabile, per certi versi. Oppure facilmente spiegabile...
Una Roma che, oggi come ieri, punta forte a sinistra su Mirko Vucinic, in gol contro lAtalanta e pure contro il Basilea. Il montenegrino sembra aver messo alle spalle il periodaccio culminato con le pessime esibizioni fornite contro Livorno e Udinese, quelle del triste festival degli errori: migliorata la sua condizione atletica, è migliorato fatalmente anche il suo rendimento, perchè la qualità è quella. Cioè, tanta roba. Vucinic è potenzialmente un attaccante da un gol o da un assist-gol a partita, solo che (troppo) spesso non entra in campo, cioè gioca senza la giusta concentrazione. Alla Lazio ha già segnato, sia con la maglia del Lecce che con quella della Roma, «conto di fargliene un altro, ma al di là di un mio gol spero che la Roma riesca comunque a vincere la partita», ha spiegato ieri. «Adesso le cose vanno bene e spero che il momento nero sia definitivamente alle spalle», ha aggiunto. E se Francesco Totti conta di tornare a segnare alla Lazio dopo quattro anni, Vucinic punt ad andare a segno per la terza volta consecutiva, dopo Atalanta e Basilea. Senza dimenticare che, prima della partita contro il Bari, aveva colpito anche contro lInter al Meazza. Tre reti nelle ultime quattro partite, come si addice a un bomber vero.