La penna degli Altri 24/12/2009 11:05
Così John Arne è diventato lidolo dei tifosi
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DIFFICOLTA - E pensare che lavventura del terzino norvegese non era iniziata nel migliore dei modi. Qualche errore di troppo, un Riise diverso da quello ammirato a Liverpool, con le sue caratteristiche sgroppate sulle fasce e i gol su punizione che stentavano ad arrivare. I mugugni del pubblico però sono durati poco perché Riise, prestazione dopo prestazione, ha saputo riconquistare il suo pubblico. Il punto di svolta nel rapporto tra il terzino e i tifosi romanisti si può forse individuare nella gara giocata allOlimpico contro lArsenal. In quelloccasione Riise, peraltro costretto a giocare per buona parte della partita da centrale di difesa, fu uno dei migliori in campo e il giorno dopo a Trigoria, i tremila tifosi arrivati per ringraziare la squadra nonostante leliminazione, gli riservarono un trattamento pari a quello riservato a Totti.
TRADIZIONE Daltronde Riise è lennesima dimostrazione che per diventare degli idoli dei tifosi non bisogna essere per forza dei cannonieri da 20 gol a stagione o essere dei numeri 10. Anche nella storia della Roma sono tanti i difensori diventati veri e propri idoli dei tifosi giallorossi. A partire da Giacomo Losi, lombardo di Soncino, ma capace di diventare uno dei simboli assoluti degli 82 anni storia romanista. E il suo soprannome Core de Roma, spiega tutto. Poi Francesco Rocca, Kawasaki per i suoi tifosi. Un giocatore unico per applicazione e serietà, la cui parabola professionale non ha fatto che alimentare laffetto dei tifosi nei suoi confronti. Infine, ma solo per cronologia, Agostino Di Bartolomei, un altro capitano indimenticabile. Tre mostri sacri della storia giallorossa che Riise deve aver sentito nominare spesso nel suo primo anno e mezzo romano.