La penna degli Altri 03/12/2009 10:33

Caro Mister, qui nessuno si chiama Archimede

Vogliamo sostenere che Juan non vedeva l’ora di mandare al diavolo Dunga e tutta la nazionale brasiliana?

Un malessere analogo, all’inizio dell’avventura di Ranieri, aveva attraversato Menez (che ha superato tutto), Mexes (vedi Menez), Vucinic (in astinenza da gol, bypassato anche questo). Si può dire che Cicinho sia infuriato, o furiosi e furibondi possono essere tutti tranne che lui? E ancora: nessuno chiede che Ranieri tenga le porte di Trigoria sempre aperte. In tantissimi (tifosi) invece chiedono, per dire, che una volta a settimana, che so, un paio d’ore al giovedì?, mica l’eternità, si dia loro la possibilità di assistere (quieti e buoni, s’intende) all’allenamento di giocatori per i quali stravedono, soffrono, piangono, esultano. Vivono. E’ un’eresia? Per la giusta segretezza delle tattiche, delle intenzioni e degli schemi c’è tutto il resto del tempo

che resta, dal lunedì al sabato: non basta?

Non è che qui ci si inventa qualcosa. Anche perché su una piazza come questa («Le difficoltà di Roma sono

queste», come ha detto lei, mister) non si tiene nascosto niente. Tanta passione, tanta stampa, tante radio. E’, invece, che un certo clima, quello che si respira e che abbraccia mica solo noi ma anche tanti altri colleghi,

falsa ogni cosa (un grazie a Stefano Boldrini per averlo ricordato a tutti). E’ che qui si cerca di nascondere tutto.

Magari sbarrando le porte del fortino. Magari con i famosi happy hour. Certo, prendendone atto, «chiamando

voi mi sono inimicati tutti gli altri », però sai quanti ne lascio fuori dalle balle? Per carità, si può fare. Ma

se da una parte il lavoro sembra quello di nascondere tutto, il compito dei giornalisti è quello di portarlo alla luce, questo tutto. Ovviamente, si capisce che possa anche non far piacere. Tuttavia, con le invenzioni, le accuse di falso, ci andremmo un po’ più cauti. Caro mister, lei non c’era, ma tanto per ricordarcelo, il caso “Mancini in vendita” nacque una bella notte sui divanetti di un night club, finì sui giornali (il nostro) e transitò spudoratamente attraverso una vera e propria sceneggiata tv su Roma Channel (tutto bene, resto a Roma,

come no...) a fini di smentita urbi et orbi. Poi finì tristemente (per chi lo aveva negato, società compresa) planando qualche mese dopo sulle prime pagine di tutti con Amantino trionfante. In maglia nerazzurra.



A proposito, dimenticavo: naturalmente non inventiamo niente, qui nessuno si chiama Archimede. Facciamo il nostro lavoro. E anche noi lo amiamo.