La penna degli Altri 22/12/2009 09:16

Babbo Natale ci ha regalato Juan

nell’ultima partita del 2009 ha giocato male e la vittoria e i tre punti li ha trovati per caso? Neanche per idea:

nonostante la confusione scenografica ancora una volta impersonata da Vucinic, nonostante la mediocrità

diligente targata Taddei, la Roma gioca meglio ogni partita che passa. E l’ultima l’ha meritatamente vinta nel nome e nel segno soprattutto di Pizarro. Pizarro, uno di quelli che a molti tifosi piace poco e da lui, o meglio dagli spesso grigi umori tifosi intorno a lui, si potrebbe cominciare a spiegare e capire perché Babbo Natale è stato molto buono con molti di noi.

Ci ha perdonato infatti molto di più che l’eterno mormorio intorno a Pizarro, Babbo Natale ci ha condonato

Juan. “Mercenario”, “mangiapane a ufo” , “da impacchettare e vendere a chi se lo piglia”: questo era Juan per la gran parte della piazza tifosa un mese fa. Una piazza tifosa nervosa per la squadra che non andava, ma pure presuntuosa al punto di voler cacciar via per proclamata “indegnità calcistica” il centrale difensivo della nazionale brasiliana. Una piazza ancora oggi pronta a vederlo partire senza rimpianti. La stessa piazza che ancora lamenta non i soldi incassati e non spesi dalla società per la vendita di Aquilani, ma proprio Aquilani che un giorno futuro, in Italia o in Inghilterra, un grande campionato farà. Un campionato che però non è questo qua. Lacrime per Aquilani e disprezzo per Juan. Per Juan più che per altri che giocavano di peste.



Perché, perché Juan è “abbronzato” e non è biondo? No di certo. Ma di certo il fresco linciaggio d’opinione tifosa su Juan è stato aiutato, favorito dal fatto che Juan non fa “personaggio” né in campo né fuori dal campo. Si comporta come una persona seria e questo è, ovviamente, handicap, circostanza aggravante.

Chiamatelo come volete il peccato, la mancanza che è stata commessa con Juan, di certo non è stata la “buona azione” dell’anno tifoso. Babbo Natale ha chiuso tutti e due gli occhi e ha riempito lo stesso il sacco dei regali. Dimenticando, nella sua bontà, altri “peccatucci” tifosi. Forse non l’unica ma certamente tra le non

molte tifoserie che hanno condannato, ancora una volta come “mercenario” o quasi, l’unico o quasi allenatore del calcio italiano che ha tolto il disturbo senza volere i soldi che gli spettavano per contratto.



Certo, non tutti i tifosi. Certo, una minoranza.  Ma minoranza robusta e rumorosa. Chiamatelo come volete questo umore astioso, questa ossessiva dietrologia acida. Dategli il nome che vi pare, comunque non è roba che si può mettere come prova di buona condotta e buoni sentimenti in una letterina al Babbo Natale del

pallone. E non è mica finita: tra i “peccatucci” c’è anche l’indifferenza. L’anima tifosa, buona parte

dell’anima tifosa anche nostrana, non ha fatto una piega alla recente sentenza, sentenza e non sospetto o indagine, per cui intorno al calcio pochi anni or sono operava “associazione a delinquere”. Certo, c’è di peggio: quelli che a Torino rivogliono Moggi. Di peggio, di molto peggio. Ma questa indifferenza svela una rassegnazione opportunistica: siamo in fondo rassegnati “all’associazione a delinquere” che ci smuove

e ci offende solo e soprattutto perché è degli altri e a vantaggio degli altri lavora. Se non fosse così, l’associazione a delinquere provata e sentenziata avrebbe su giornali e tv almeno più spazio di quanto ha la neve che fa saltare qualche partita. Ne ha avuto di meno e non per congiura di giornali e tv, ma perché giornali e tv sanno cosa davvero smuove e cosa no l’anima tifosa.



Peccatucci dell’anno tifoso che se ne va. Ma Babbo Natale, in felice associazione con la squadra, è stato buono con noi. La squadra si è data e ci dà una difesa: niente gol incassati da quattro partite, Riise in salute, Cassetti che non sembra lui, un che si fida di se stesso e un signore di nome Juan che è un signor giocatore. La squadra si è data e ci dà un assetto là davanti: davanti e anche più indietro a fare

quel che solo lui sa fare e altri due o tre che “profittano” di quel che lui fa: Perrotta e Vucinic e Menez. La squadra si è ridata e Pizarro, ci ha dato e si è data anche un allenatore. Loro il quarto posto se lo sono presi: bravi. A noi tifosi è stato regalato da un’azione combinata tra giallorossi e Babbo Natale. Che

qualcuno informi la Befana: niente “carbone”. Siamo umani e tifosi e l’anno prossimo peccatucci ne commetteremo ancora, ma, almeno speriamo e ci proponiamo, non sempre gli stessi.