La penna degli Altri 23/11/2009 08:25

Unitotti

Perché il coraggio di Ranieri Claudio da Testaccio, tifoso della Roma da cinquantotto anni, aveva portato al tridente (-Vucinic-Menez) e alla conferma di Andreolli al centro della difesa, con Burdisso a destra e Julio Sergio in porta a scapito del meravigliatissimo Doni. Una strategia essenziale per il futuro di una squadra che dovrà dipendere dai giovani finché la dirigenza non sarà in grado di mettere le mani in tasca, ma che stava dando le solite indicazioni: Vucinic seminava scompiglio, ma la conclusione batteva dolorosamente sul palo. Applausi e sospiri. Mentre il Bari, di contro, strappava altri applausi giallorossi nei confronti di Julio Sergio che ipnotizzava Barreto. Primo pensiero: siamo alle solite, la Roma sciupa e s’offre al contropiede.



Errore: stavolta è tornato da Porta Metronia, tifoso della Roma da 33 anni. Vucinic viene steso da Gillet, l’arbitro fischia un rigore e fa fischiare la palla. Fucilata, rete. Era il 6’’. Appena altri 8 minuti e il capitano s’incaricava di una punizione dal limite. Altro fischio, leggera deviazione, imparabile: 2-0.

Il Bari fatica a capire. La Roma no. Tutti capiscono che bisogna sacrificarsi per sopperire all’assenza di e alle incursioni di Riise. Perrotta e Brighi umilmente remano, Pizarro azzarda il minimo, Menez e lo stesso Vucinic non si risparmiano recuperi nella propria metà e, soprattutto (sopraTotti?), san Francesco insiste in area, recupera un pallone che gli gironzola attorno e dimostra che il sinistro non serve soltanto per correre sotto la Curva dopo un gol: batte d’incontro come un mancino puro e - altra deviazione - parte un bolide sul quale Gillet deve aver pensato di dimettersi: 3-0.



Tutto qui. Il Bari continua a fare quello che sa: attacca, arriva a ridosso di Julio Sergio, ma trova un , a tratti miracoloso. Insomma, continua a convincere. E, quando il tradizionale ”braccino” di Ranieri si trasmette alla squadra, i pugliesi si fanno più intraprendenti. Trovano anche un gol per una sfortunata deviazione di Andreolli. E finisce così, con Menez apparentemente imbronciato per l’ennesima sostituzione, con la passerella di Baptista e Okaka e tre punti che confermano l’equazione:
Roma più , uguale altra musica.