La penna degli Altri 20/11/2009 10:02
Rosella Sensi: "Cè un linciaggio contro la Roma: noi non stiamo fallendo"
Il presidente, affiancato dalla sorella Silvia e assistita dai suoi collaboratori, è durissima: «Non si può far passare per sentenza una citazione di tribunale. La cosa che più mi ha seccato è questa. Noi presenteremo appello, tenendo presente che stiamo subendo un linciaggio mediatico non giustificabile nei confronti del gruppo, della famiglia e dellA.S.Roma ».
LINCIAGGIO - Affiancata dal consulente esterno Enrico Bendoni, la dottoressa Sensi continua: «Questo linciaggio mediatico ha creato un convincimento nella gente che questo sia un gruppo in default, con un monte di debiti insoddisfatti, ma tutto questo è falso. Mi risulta che almeno la metà dei decreti ingiuntivi presentati dalla banca siano stati rigettati. Se dovesse essere così anche per laltra metà, quanti danni ci sono stati creati? Quanti? Non lo so».
Accende una sigaretta, prende fiato, riparte: «Devo chiedere i danni a chi li ha causati. Con i nostri legali valuteremo tutto e agiremo. Non conosco i tempi entro i quali il tribunale si pronuncerà. Ma Italpetroli non è sullorlo del fallimento, è ingiustificato latto di impugnare il bilancio».
La situazione è delicata, il debito è pressante, ma la famiglia Sensi ritiene di poterne venire fuori. Il presidente della Roma prosegue: «Ho diverse famiglie di dipendenti di Italpetroli che erano in crisi. Io li devo tutelare e lo stesso devo fare con i calciatori. Per questo domani (oggi, n.d.r.) andrò a Trigoria a parlare allallenatore e alla squadra. Il nostro gruppo ha sempre scelto la strada del riserbo, fino a quando non riceviamo attacchi. Adesso cè un collegio di professionisti che curerà i nostri interessi, anche nei confronti dei mezzi di comunicazione, di quelli che ci hanno creato danno ».
IL MERCATO - Rosella Sensi vuole tutelare la squadra e le voci che si rincorrono sul futuro non aiutano la Roma: «Non dico che la Roma è il nostro asset più prezioso, di sicuro è il più noto». La sorella Silvia aggiunge: «Ho letto sui giornali i valori dei nostri asset che a noi non risultano. E anche questo crea gravi danni». La più giovane delle sorelle Sensi fa unaltra denuncia: «La ricostruzione della vicenda Soros è stata parziale. Anche questo ci ha danneggiato».
Rosella non ci sta: «Questi attacchi mediatici hanno creato danni anche nelle operazioni per rinforzare la squadra. Quando andiamo a parlare con un procuratore per prendere un calciatore, ci chiede se ci saremo ancora noi alla guida della società. A gennaio non avrò la disponibilità per fare grandi stravolgimenti, ma vorrei riuscire a fare un po di mercato e incontriamo grandi difficoltà per questo motivo. Se in estate avessi avuto una disponibilità finanziaria i problemi li avrei superati, ma i danni che ci sono stati fatti li vedo quando vado a cercare un giocatore. La Lega ci dice che il mercato riapre il 1° gennaio, ci muoveremo. Non posso prendere Etoo, Ibrahimovic o Messi. Se facessi questi nomi, i tifosi avrebbero ragione a gridarmi bla, bla, bla. La Roma ha dirigenti capaci, giocatori che non sono diventati polli in quindici mesi. La squadra ha avuto la mancanza di risultati, dovuta a diversi motivi, ma indipendenti dalla società. Dobbiamo trovare le cause, ci stiamo lavorando».
Con quali soldi la Roma cercherà di operare sul mercato di gennaio? E difficile avere risposte, magari la Sensi non vuole scoprire le sue carte: «La Roma ha idee e un forte fatturato».
IL FUTURO - Le voci che da mesi si rincorrono sul futuro della società potrebbero favorire qualche imprenditore interessato a rilevare la Roma sottocosto. La Sensi non vuole crederci: «Io non attaccherò la banca, ma mi devo difendere. Giro con la scorta da sette mesi, da quando è nata mia figlia. Per qualcuno è una colpa anche essere diventata madre. Ribadisco quello che ho detto a settembre: se cè qualcuno che mi offre una cifra seria, con una proposta vera sono disposta a cedere la Roma. Se cè un grande imprenditore che ama la Roma, non ha bisogno di vederla svilire per fare un investimento vantaggioso. Ma ad oggi io non lo vedo, nessuno mi ha detto niente. Certo, mi dà fastidio che qualcuno che possa essere interessato vada a bussare ad altre porte. Le persone alle quali si devono rivolgere siamo noi. Se vogliono venire a comprare una cosa mia, anche se nel caso della Roma è improprio dire questo, perché i tifosi condividono lamore, dà fastidio se poi si rivolgono altrove. La Roma per la famiglia Sensi è al primo posto delle sue attività ».
In questo periodo si è detto anche che per mantenere la guida della Roma la famiglia Sensi abbia potuto contare su appoggi politici: «Se li avessi avuti sarebbe stato diverso. Dove stanno? Sono andata a parlare con Letta perché era amico di mio padre da tanti anni».
IL DEBITO - Oltre quattrocento milioni di debito, compreso quello con Mps. Rosella Sensi ammette: «Il nostro debito lo vogliamo onorare, ma vogliamo essere trattati da persone perbene. Non ho ucciso nessuno, non siamo delinquenti. Vogliamo essere messi in condizioni di onorare il debito, il gruppo sta sviluppando gli asset, anche la Roma si sviluppa ».
Ritorna a parlare di mercato, con lealtà: «Lo scorso anno abbiamo speso 30 milioni. Per qualcuno sono stati investiti male, per me no. Al funerale di mio padre tutti erano contenti per gli acquisti di Baptista e Menez. Ora i giudizi sono cambiati. Se le scelte erano sbagliate, lo erano 15 mesi fa, non oggi».
I TIFOSI - Il rapporto non è facile, Rosella Sensi accetta le critiche: «Cè dispiacere quando non arrivano i risultati, ma Ranieri ha detto una cosa che condivido: La Roma non si discute, si ama. Da piccola andavo allo stadio con mio padre e si tifava anche quando le cose andavano male. Lo so, i tempi sono cambiati e io non sono Moratti. Però vedo esasperazione ovunque. Io accetto le critiche, le ascolto quando sono costruttive ».
OMISSIS - Restano dei punti non risolti. Degli omissis che il presidente si concede. Come quando si parla di un possibile ingresso di un partner in società: «Non si può parlare di questo» . E anche su Spalletti non dice tutto quello che vorrebbe: «Un certo periodo è stato bello. Lo ringrazio sempre per questo. Altro non voglio aggiungere. Io mi prendo tutte le responsabilità, ma nei confronti della famiglia Sensi bisogna avere la memoria lunga».
Il presidente della Roma ribadisce il ruolo di Mediobanca: «Confermo il ruolo di advisor, si tratta di profesisonisti di primario spessore. A me non risulta che stia cercando di trasferire il debito con Unicredit su una banca medio-orientale ».
Rosella Sensi e la sorella Silvia infine non provano fastidio quando vengono criticate per gli stipendi che percepiscono alla Roma: «Non ci dà noia» , hanno risposto decise.