La penna degli Altri 24/11/2009 10:19
Roma-Unicredit, fumata nera

Chiaro il tentativo di mediazione politica: «Ho chiesto a tutte le parti di cercare unintesa per quello che è un bene della nostra città, la Roma», ha detto Alemanno. Disponibilità che, da parte della Sensi non cè stata. Anzi, la presidente romanista si è detta pronta ad andare dritta per la sua strada. Alemanno, comunque, ha definito lincontro «interessante e importante, per comprendere le diverse posizioni ». Tradotto: per la prima volta, forse, il sindaco ha capito come stanno le cose alla Roma. E si sarebbe anche reso conto che, al di là delle amicizie personali, il ciclo dei Sensi - tra debiti con le banche e difficoltà varie - è vicino al capolinea.
In termini concreti, però, la riunione «informale» durata unora e mezza, si è conclusa con un nulla di fatto.
La Sensi ci è arrivata scortata, come un capo di Stato: la Bmw col suo autista, il fido Vittorio, e due «civette» della polizia. E la numero uno giallorossa è andata via con un altro vezzo da star: la fuga da unuscita secondaria, per depistare i cronisti che la aspettavano. Ma, come testimonia anche la conferenza stampa per pochi intimi di qualche giorno fa, la comunicazione non va proprio per la maggiore in casa-Roma. Note di colore a parte, comunque, il risultato del vertice è una fumata nera.
Unicredit, che sarebbe pronta ad intraprendere altre azioni giudiziarie dopo aver impugnato il bilancio di Italpetroli, ha ribadito la sua posizione: la holding dei Sensi deve rientrare dal debito di 324 milioni di euro, pagando oppure cedendo i suoi asset. E la Sensi ha rilanciato: «Non vendiamo, i debiti verso Unicredit non sono esigibili, le richieste di pignoramento sono state respinte, chiederemo i danni. E poi faremo lo stadio ».
Su questo punto, però, è calato il «gelo» con Alemanno: il sindaco ha lasciato cadere nel vuoto il discorso dellimpianto, problema che gli è costato una litigata col ministro ai Beni culturali Sandro Bondi e il sottosegretario Francesco Giro. Ma lo stadio, oltre che al Mibac, non piace neppure a Unicredit e al costruttore Francesco Caltagirone. E così, anche Alemanno si sarebbe raffreddato. È il segnale che si aspettavano, da parte della banca: «Il sindaco ha detto Fiorentino si è dimostrato disponibile. Speriamo che in futuro si possa lavorare meglio». E Italpetroli? Su «esplicita richiesta della Consob» ha diffuso un comunicato: «Agiremo sempre nellinteresse dalla nostra controllata, lAs Roma». Lo scontro va avanti.