La penna degli Altri 02/11/2009 09:47

Ranieri a muso duro: «La Roma va aiutata»

«In 58 anni non avevo mai sentito lo stadio fischiare un pro­prio giocatore dopo il gol e questo mi è di­spiaciuto. Ma poi Vuci­nic lo hanno applaudi­to, dopo che ha rincor­so un avversario per 50 metri. Il pubblico vuol vedere questo. Se devo menzionare due giocatori che hanno dato tutto dico Vucinic e Menez, che non hanno quelle caratteristiche di grinta e determinanzione nel loro dna, ma questa volta le hanno tirate fuori. La forza della Roma è sempre stata il sostegno dei tifosi, considerati il dodicesimo uomo in campo. Invece ora no, giocare in queste condizioni non era facile, devo fare i complimen­ti ai giocatori. Mi ha fatto piacere che abbiano lottato e vinto. Il momento non è facile e noi abbiamo bisogno dell’aiu­to dei tifosi. Se il pubblico capisce que­sto, i giocatori daranno sempre tutto quello che hanno. De­vono capirlo. Non può passare il concetto che se hai vinto ti sei impe­gnato e se hai perso sei mercenario, non sono d’accordo».

Dopo il gol la Roma si è sciolta, ha allontanato le paure: «Sì, è vero. Ma anche le altre squadre quando non vanno bene giocano molto peggio di noi. Non siamo sciolti, è per questo che chiedo l’aiuto del pubblico. Non può essere che la Roma sia bloccata per via del pubblico. Fischiate alla fine, ma prima sostenete la squadra, aiuta­teci. Invece sembra che ci vogliamo ta­gliare le palle per fare un dispetto alla moglie. Tutti sappiamo applaudire quando le cose vanno bene. La Roma si distingueva per l’apporto del pubbli­co, ora sono tutti arrabbiati. Io posso essere doppiamente incavolato. Ma anche se sono nervoso non lo faccio ve­dere a nessuno. Sarebbe facile mettere tutti alla gogna, invece questi giocato­ri abbiamo e questi vanno sostenuti».

La squadra era stata presa di mira dai tifosi prima di arrivare all’Olimpi­co. Un uovo ha colpito il vetro del pul­lman. Ranieri è perplesso: «Lascio a voi giudicare. Ognuno è padrone di fa­re quello che vuole. Chi compie certi gesti non lo considero. Purtroppo in Italia succede che tifosi avversari tiri­no le uova, a noi è capitato che ce l’ab­biano tirate i nostri».

La contestazione parte da lontano e ha radici profonde. I tifosi da almeno un anno esprimono il proprio disap­punto nei confronti della società: «C’è sfiducia nella dirigenza, preoccupazio­ne. Questa è una cosa. Ma la squadra quando va in campo non si contesta, si aiuta. Altrimenti da fuori, non da alle­natore, penso: c’è qualche altra cosa dietro. Vogliono che la squadra vada male? Sono amareggiato, ma non mol­leremo ».

La vittoria può aiutare la squadra a ritrovarsi: «Il risultato è sovrano. Se al­lo stadio ci sono poche persone è perché non vinciamo. Siamo noi che dovremo fare me­glio. Però i tifosi che vengono ci dovrebbero aiutare. Da tifoso non li capisco e ci resto male.

Da allenatore lavoro punto e basta. Sentire cantare “resteremo in serie A” mi ha amareggiato. Cambiano gli allenatori, i giocatori, ma poi sono loro che se ritro­vano con una squadra che va a fondo».

Il successo contro il potreb­be essere la scintilla per far ripartire la Roma: «Quando sono arrivato la squa­dra era tesa, nervosa. Ora è un mo­mento difficile, ma nello spogliatoio c’è molta determinazione. Mi auguro che cambi tutto anche a noi come è acca­duto al Milan». Ranieri guarda avanti con fiducia: «Ora ci attendono il Ful­ham e l’Inter. Sono partite toste e sare­mo pronti. Dovremo giocare tranquilli, con la stessa determinazione che ci ha permesso di venirne fuori, sperando di recu­perare gli infortunati. Prima torna e me­glio è». E’ difficile por­re obiettivi per questa Roma, che pur tornan­do alla vittoria ha mo­strato tutti i suoi limiti:

«Non possiano illudere i tifosi, che già vedono più nero di quel­lo che è. Abbiamo una squadra con buonissimi giocatori e cercheremo di arrivare in , sarebbe un vantaggio per la società, porterebbe soldi. Siamo distanti pochi punti dalla quarta, anche se ci sono molte squadre in mezzo. Sono ottimista».