La penna degli Altri 24/11/2009 10:05

Quello che resta è il nodo della proprietà



Ma perché esiste veramente ancora qualcuno che in buona fede possa sostenere che non è il più forte

calciatore della storia della Roma? Ci può essere qualcuno che in buona fede possa storcere il naso sul fatto che dopo l’ennesima operazione subita soltanto lui avrebbe potuto firmare una tripletta e schizzare il vetta alla classifica dei marcatori avendo giocato la metà delle partite degli altri contendenti? Io non ho mai dubitato delle potenzialità di Francesco (a mio avviso in parte ancora inespresse) per cui non mi sorprendo delle sue reiterate prodezze anche se confesso che al terzo gol,che mi ha tanto ricordato quello che fece contro la Samp a Marassi, ho rischiato di colpire con la testa il soffitto di casa per il salto incontrollabile che mi è “partito”.

Le “colpe” che imputo a sono altre. Gli imputo il fatto che con il suo straordinario talento ci ha fatto credere che la Roma di Spalletti potesse vincere tutto nonostante già esistessero consistenti difficoltà societarie; gli imputo il mancato acquisto di un centravanti non perché, come sostiene qualcuno, non li volesse lui ma perché in quella macchina perfetta appariva palesemente superfluo un numero nove di ruolo; gli imputo di aver puntellato lo scricchiolante edificio societario quando sarebbe bastata una sua parola per anticipare soluzioni ormai ineludibili. Potrei aggiungere che un lontano da Roma avrebbe sicuramente vinto Pallone d’Oro e ma questo, da romanista, non posso proprio imputarglielo.



E’ ormai lapalissiano che la Roma con è una squadra che può ancora ambire ad un posto fra le
quattro “elette” mentre senza non ha la minima possibilità di centrale l’obiettivo. Ma il problema è proprio questo. Se con il rientro del suo capitano i giallorossi scalassero la graduatoria e andassero avanti in Europa e in Coppa Italia che ne sarà della proprietà? Se la Roma continuasse in questo trend positivo fino a Natale siete sicuri che a gennaio arriverà quel centravanti fino a sabato scorso tanto agognato? Voglio concludere le mie riflessioni odierne con un pensiero rivolto a Fulvio Stinchelli che domenica sera ho visto in una popolare trasmissione televisiva romana maltrattato da telespettatori che ne mettevano in dubbio la fede calcistica reo di auspicare un improcrastinabile passaggio di proprietà. Il saggio Professore tentava soltanto di spiegare che una Roma vincente e in risalita non favorirebbe una rapida cessione della società. Non ha certo bisogno di avvocati difensori l’amico Fulvio: per lui parla la sua storia professionale e personale sempre rigorosamente tinte dei colori a noi tutti cari. Ma la pervicacia con cui un collega che di “romette” ne ha vissute tante nella sua lunga e prestigiosa vita di cronista non deve farci almeno riflettere?  Meditate gente… meditate.