La penna degli Altri 13/10/2009 09:01

Sette assi per Ranieri

C’è chi non si è quasi mai visto in campo (Baptista), chi il campo non lo ha proprio mai visto (Cicinho e Doni), chi ha giocato sembrando il fratello scarso (Mexes), chi ha dovuto sempre fare i conti con l’infermeria (Juan), chi non ha convinto (Menez), chi non è tornato ai livelli che pure aveva fatto vedere in passato (Vucinic). Basta leggere i nomi per capire che non stiamo parlando di promesse o scommesse, ma di giocatori che in almeno cinque casi sono potenzialmente dei titolari (Mexes, Juan, Doni, Vucinic, Cicinho), oltre a un paio come Baptista e Menez che possono costituire alternative importantissime per il reparto offensivo.



Il fatto, fin qui, che la Roma, per essere positivi, li ha avuti a disposizione a metà, può costituire un validissimo motivo per credere che la squadra giallorossa nel giro di poche settimane possa fare un ulteriore salto di qualità verso quelle posizioni che sono il dichiarato obiettivo di questa stagione. Il recupero ai loro livelli di questi sette giocatori che, al lordo, fanno oltre ventisei milioni di stipendi (oltre un terzo del totale, premi esclusi), potrebbe consentire a Ranieri non solo di schierare finalmente in campo la Roma che ha in testa, ma anche di mettere in pratica quel
che è fondamentale quando si vuole puntare a essere competitivi sia in campionato che in coppa.

 

DONI

Domani ad Anzio il test verità per il rientro a San Siro

Può essere arrivato il giorno, anzi la notte, del suo rientro. Del resto, per un che ha avuto il suo battesimo nella Capitale in una notte da derby, non dovrebbero esserci proble­mi da un punto di vista menta­le. Gli ultimi mesi della passa­ta stagione e i primi di questa, hanno dimostrato che non c’è concorrenza interna, prima Ar­tur, poi Julio Sergio, infine Lo­bont, non hanno dato risposte che potessero impaurire il por­tiere titolare della Roma e vice di Julio Cesar nella Seleçao, molto positivo nelle sue prime tre stagioni romaniste, delu­dente lo scorso anno ma poi si è capito bene perché. Il recupero di un Doni ai livelli a cui aveva abituato prima dell’infortunio alla cartilagine del ginocchio, per la Roma vorrebbe dire ri­solvere uno di quei problemi a cui ha pagato il maggior pedag­gio negli ultimi tempi. Riveder­lo a San Siro sarebbe già un pri­mo passo per dare continuità e sicurezza a un ruolo che è fon­damentale se si nutrono ambi­zioni di grandezza. Domani se­ra la Roma giocherà ad Anzio proprio per verificare se a San Siro potrà contare anche su Do­ni, fin qui solo spettatore.

JUAN

Fermato da problemi muscolari, garantisce esperienza e personalità

Basterebbe tornare alla passa­ta stagione, vedere i risultati della Roma quando in campo an­darono Juan e Mexes come cop­pia centrale, per capire l’impor­tanza che Juan ha nel rendimen­to difensivo, quindi totale, della Roma. Nel passato campionato con i due titolari, la squadra gial­lorossa ha viaggiato a oltre due punti di media partita, media molto abbon­dante Solo che Juan, da quando è sbarcato nella Capitale, un po’ troppo spesso ha avuto problemi di natura muscolare che lo han­no costretto a fare lo spettatore. In questa stagione è stato presen­te in sei partite su tredici, meno del 50%, percentuale che scende ulteriormente considerando che solo una volta ha giocato i novan­ta minuti, per il resto è subentra­to due volte e altre tre è stato so­stituito. Si sta lavorando per con­sentire al giocatore di tornare quello conosciuto a Leverkusen dove le giocava tutte o quasi. Un recupero di Juan al 100%, a que­sta Roma potrebbe dare moltissi­mo sia sul piano delle garanzie difensive, sia in quello della per­sonalità perché, anche se può sembrare strano, Juan è uno dei giallorossi con maggiore autore­volezza nello spogliatoio.

CICINHO

Finita la riabilitazione l’esterno deve solo ritrovare il ritmo partita

Crediamo di non sostenere un’eresia dicendo sulla corsia destra, l’esterno basso fin qui ha rappresentato un piccolo grande problema. Motta sta facendo una grandissima fatica a confermare quanto di buono e sorprendente aveva fatto vedere nelle sue pri­me apparizioni in maglia giallo­rossa, Cassetti pur con tutta la buona volontà, fin qui si è distin­to più per errori clamorosi (pre­sente il primo gol di Diego al­l’Olimpico?) che per garanzie. Ec­co perché il recupero di Cicinho, uno che è stato esterno basso del Brasile, potrebbe rappresentare un’ulteriore, importante addizio­ne alla qualità romanista. Il bra­siliano si è operato il nove marzo scorso al di un ginocchio (la seconda opera­zione), ha ormai completato la riabilitazione, anche se è chiaro che dopo tanti mesi di assenza, tutto può essere meno che al top della condizione, se non altro gli manca quel ritmo partita che i calciatori sanno bene quanto sia importante. Forse a San Siro sarà prematuro vederlo in campo, ma ormai è questione di pochissimo tempo, poi Cicinho potrà tornare. Se tornasse ai livelli degli inizi della carriera, per la Roma sareb­be un rinforzo fondamentale.

MEXES

DIl tecnico lo aspetta per disegnare la difesa con Burdisso a destra

ove è finito il difensore che aveva fatto innamorare di lui allenatori che si chiamano An­cellotti e Ferguson? E’ uno dei misteri neppure tanto buffi del­la Roma che da un anno a questa parte incassa gol che non è un piacere. Era considerato uno dei punti fermi della formazione giallorossa. Non lo è più. Retro­cesso da Ranieri al ruolo di pan­chinaro che può andare in cam­po nella parte finale delle parti­te. Ha giocato una media di po­co più di cinquanta minuti a ga­ra, peraltro gran parte del suo minutaggio è figlio legittimo del­le assenze di Juan. I gol subiti da Diego (il secondo) e da Macca­rone a Siena, sono lo specchio degli inaspettati problemi del biondo francese. Sarà stato, for­se, il fatto di aver perso il posto nella lista dei convocati di Do­menech (cosa che volendo fare una battuta, potrebbe essere pu­re un vantaggio e un pregio), ma certo questo non può essere suf­ficiente a spiegare la decadenza del giocatore. Alla Roma serve il miglior Mexes, anche perché con il francese in campo, Ranie­ri potrebbe mettere in campo la difesa che ha in testa con Bur­disso a destra, Juan e Mexes coppia di centrali.

MENEZ

Se trova continuità e gioca per la squadra può fare la differenza

Aspettarlo o scaricarlo? Non sarà un dubbio amletico, ma l’interrogativo a Trigoria da un po’ di tempo è di stretta attuali­tà. Eppure il giovane francese, ventidue anni e l’aspetto età non può non avere un peso nella ri­sposta che si vuole dare all’in­terrogativo, ha qualità superio­ri alla media, colpi da campio­ne, potenzialità che non bisogna essere straordinari conoscitori di calcio per vederle. In questo inizio di stagione ha realizzato tre reti ( tutte in Europa), ma non ha mai dato quella sensa­zione di continuità e senso della squadra che un giocatore deve avere per poter aspirare a sfrut­tare tutte le sue qualità. Clamo­rosa, in senso negativo, la sua prestazione contro il Cska Sofia, con Ranieri che nel dopo parti­ta con il giocatore è stato duris­simo. Eppure lo stesso Ranieri sa bene che un Menez restituito alla causa e coinvolto nel pro­getto Roma, potrebbe consenti­re alla squadra di avere un gio­catore in in più in grado di fare la differenza. Per questa ragio­ne il tecnico sta lavorando a fon­do su Menez, convinto che po­trebbe rivelarsi importantissi­mo per le sorti giallorosse in questa stagione.

BAPTISTA

L’agente conferma «Il rientro di Julio è ormai imminente»

Nove minuti di media giocati nelle tredici partite ufficia­li disputate dalla Roma in que­sta stagione. Un numero che la dice chiaramente su come Ju­lio Baptista fino a oggi non è stato di nessuna utilità alla cau­sa giallorossa. Solo due le pre­senze, a Siena e contro il Basi­lea, che peraltro non hanno fat­to altro che confermare che, perlomeno, è meglio attenderlo in momenti migliori. E’ vero, la

Bestia ha un problema a un gi­nocchio, ma la Roma di questi tempi non può permettersi lo spreco di un giocatore inutiliz­zato e inutilizzabile ma che ha uno degli ingaggi più alti del­l’intera rosa (sopra ci sono solo e
). Se non altro il brasiliano potrebbe consentire a di tirare ogni tanto il fia­to, ma potrebbe costituire an­che un partner offensivo del ca­pitano. Il suo rientro in buone condizioni, sarebbe di grande utilità. Un rientro che ieri il suo procuratore, Herminio Menen­dez, ha detto che ormai è immi­nente:


« Julio sta lavorando be­ne, ha praticamente quasi re­cuperato dal suo problema al ginocchio, non so se giocherà a Milano ma il suo rientro è or­mai prossimo » . Speriamo.

VUCINIC

Utilizzato finora con il contagocce, è una pedina fondamentale

Tutto dipende da un ginoc­chio. Per l’esattezza il sini­stro, operato nella prima sta­gione romanista e tornato sotto i ferri del professor Piepaolo Mariani il sei agosto scorso quando è stato fatto un inter­vento di pulizia. Ma è evidente che questo nuovo stop, non ha fatto altro che ritardare il ritor­no di Vucinic al top della con­dizione fisica, tanto è vero che nella primissima parte della stagione è stato utilizzato con il contagocce. E il vero Vuci­nic, in particolare se si fa rife­rimento ai gol, quest’anno non si è mai visto, appena una rete segnata, la terza al Gand al­l’Olimpico, poi alcune buone prestazioni, ma il gol che dà sempre il senso di un attaccan­te, non è più arrivato, ingigan­tendo le lamentele per il man­ arrivo di un centravanti nel corso dell’ultimo mercato. Vucinic è però uno di quei gio­catori che dalla ripresa in poi, potrà avere un peso specifico importantissimo nelle fortune giallorosse perché per molti aspetti costituisce il partner ideale di . Deve però ritro­vare confidenza con la porta avversaria. Si vede, peraltro, che ha bisogno del gol. Siamo convinti che una volta ritrova­to, potrà essere un giocatore fondamentale per le ambizioni romaniste di questa stagione.