La penna degli Altri 21/10/2009 10:29

Rosetti ci dia pure la formazione



Leggo, e dovrei trasecolare. Possibile che un arbitro di lunga esperienza, addirittura il nostro internazionale

per eccellenza, non sappia che c’è un motivo in base al quale è denominato così, e che il suo mestiere è diverso da quello di un giocatore? Possibile che un arbitro non sappia che con gli errori commessi da una squadra in campo, se vuole, può e deve prendersela un allenatore (e Ranieri lo ha fatto), ma non lui, perché a lui spetta tutt’altro compito, e cioè quello di rispettare e far rispettare le regole, e di giudicare quel che capita in

campo secondo scienza e coscienza? Possibile che un arbitro non sappia che unicamente su questo sarà giudicato, con le attenuanti e le aggravanti del caso, perché altri giudizi su di lui non sono letteralmente possibili?



Leggo, dovrei trasecolare, ma non trasecolo.  Perché queste che ho frettolosamente affastellato sono, nella loro banalità, domande retoriche. Alle quali si può e si deve rispondere in un modo solo: sì, è possibile. Di più: una evidente, evidentissima violazione di ogni regola come questa (perché la distinzione dei ruoli, in primis quella tra l’arbitro e gli attori di una contesa, è la base di ogni regola, e non solo nel calcio) sta per diventare

norma. O più precisamente, come dicono i giuristi, costituzione materiale. Se non fosse così, le autorità arbitrali, le stesse che provvedono a tenere Rosetti (ottimo elemento) fuori dai campi per qualche settimana,

per una affermazione come questa dovrebbero redarguirlo pubblicamente, spiegando a chiare lettere, a lui e a tutto il mondo del calcio, che le cose stanno, e devono restare, in tutt’altro modo.



Leggo, dovrei trasecolare, e non solo non trasecolo, ma avanzo pure la più ovvia delle previsioni. Tranquilli.  Non succederà niente. Avanti così, e qualcuno salterà su a spiegarci che parole come queste di Rosetti (ottimo elemento) testimoniano del nuovo rapporto, più aperto, più dialettico, che si è instaurato, nell’età colliniana, tra gli arbitri e i giocatori. Avanti così, e prima o poi un arbitro spiegherà alla squadra che si considera danneggiata che, fosse stato per lui, avrebbe schierato un’altra formazione, pensato un’altra tattica,  fatto altri cambi. E i frequentatori dei salotti (si fa per dire) calcistici in tv gli faranno grandi complimenti per la sua franchezza. A noi lo spettacolo continuerà a non piacere, anche perché siamo condannati a recitarvi

all’infinito la parte dell’uomo che prende gli schiaffi. Proveremo a dirlo, ma ci risponderanno che siamo vittimisti e piagnoni. E la cosa finirà lì.