La penna degli Altri 28/10/2009 09:34

Quel giovane, rampante avvocato americano per il quale la Roma era l'occasione della vita

Era il 9 maggio 2007. Fu quello forse il miglior momento dell’era spallettiana e, coppe a parte, quel miracolo calcistico avrebbe potuto cambiare la storia del club per sempre e in maniera del tutto imprevista: decretando la fine dell’era Sensi.

Qui in pochi ci pensarono infatti ma il mito di una squadra che giocava il miglior calcio del mondo cominciava appunto, a fare il giro del mondo. In quei giorni un giovane e rampantissimo avvocato di New York faceva i conti con una sua personale sconfitta: incaricato da un fondo di investimento americano di individuare una squadra europea da comprare, aveva sorpreso tutti indicando la As Roma, ma il fondo alla fine aveva scelto di puntare su un club medio-piccolo della Premier League: il Blackburne. Nulla contro la Roma, per carità, ma agli occhi degli americani il campionato inglese aveva più fascino (e garantiva maggiori ritorni degli investimenti).

Poteva finire lì. Ma il giovane e rampantissimo avvocato non si arrese: per lui la As Roma non era solo la squadra più bella del mondo, ma anche “once in a lifetime opportunity”, l’occasione di una vita, come andava dicendo a tutti i suoi interlocutori per convincerli a sostenerlo nell’impresa. A fine maggio, dopo la finale di ritorno, alzò la coppa Italia a San Siro con Rosella Sensi, mentre a New York il fascicolo As Roma girava da uno studio all’altro. Il nome del giovane avvocato? Joe Tacopina, ma di lui parliamo la prossima volta.