La penna degli Altri 28/10/2009 09:16

Il fantasma di Spalletti sul Friuli



Il derby con la Lazio, le sfide con l’Inter, il Milan, la erano, per carità, le partite principali della stagione quando stava sulla panchina della Roma, ma nessuna come questa contro l’Udinese era la partita di Luciano Spal­letti. Ci sarebbe piaciuto parlarne con lui di tut­ti questi precedenti, dai suoi anni friulani a quelli romani, ci abbiamo provato, ci abbiamo parlato lungamente e piacevol­mente al telefono, ma quando gli abbiamo proposto di passare al­l’ufficialità, la risposta è stata un cortese
No, grazie, giustificato, si fa per dire, con il fatto che oggi come oggi, e chissà fino a quando, guarda ma non parla, che si gode la famiglia, che segue le vicende del calcio, che Roma e la Roma gli sono rimaste nel cuore, che è incuriosito dal­le tante voci di mercato che lo hanno visto al centro dell’attenzione dal Real Madrid al Ba­yern Monaco, dall’Atletico Madrid allo Zenit San Pietroburgo dove è pure andato di persona per rendersi conto bene di persona.



Certo è che stasera allo stadio «Friuli» ci sem­brerà un po’ strano non vedere l’inconfondibile capoccione di Spalletti seduto su una delle due panchine, lui che questa partita la conosce me­glio di chiunque altro. Una partita che ha gioca­to sempre per vincere e lo ha fatto, quattro i successi, tre con la Roma, solo lo scorso anno è uscito sconfitto dal suo vecchio stadio, a fronte di due sconfitte e un pareggio ( 3- 3) quando sulla panchina della Roma sedeva un certo Bruno Conti che di lì a po­che settimane lo avrebbe chiama­to alla guida tecnica del club gial­lorosso. In questi lunghi sette an­ni c’è anche da registrare un’otta­va sfida tra le due squadre, questa volta in Coppa Italia, era una semifinale, a Ro­ma si era conclusa con un pareggio per uno a uno, in Friuli erano pronti a brindare alla prima finale, invece finì con un tre a tre che consegnò alla Roma quella finale e le porte dell’Europa.



Spalletti ha ricordi importanti sia a Udine che a Roma. In «Friuli» ha dato una spinta determi­nante alla sua carriera, risultati da grande squadra, successi e , fino appunto al momento in cui alla sua porta bussò la Roma proprio nel momento in cui il tecnico si era re­so conto che di più, a Udine, sarebbe stato im­possibile fare. Aveva un altro anno di contratto con i Pozzo, non volevano la­sciarlo andare via, Spalletti la­sciò in Friuli il premio Cham­pions pur di trasferirsi a Trigo­ria. Dove ha trascorso tre anni straordinari, uno con qualche difficoltà e un pezzetto che lo ha convinto a lasciare pure a Tri­goria quello che gli avrebbe ga­rantito un contratto che sarebbe andato in scadenza il trenta giugno del 2011. E, quindi stasera, guarderà. Anzi, forse neppure la guarderà. Perché Udinese-Roma sono sette anni della sua storia e forse sarebbe difficile non lasciarsi andare alla nostalgia. Meglio far­sela raccontare.