La penna degli Altri 14/10/2009 09:07

Burdisso si fa in due per la Roma

Il difensore argenti­no è in corsa per due ruoli. Può giocare centrale o esterno a destra, dipenderà dal­le condizioni di Juan. Di sicuro Ranieri non rinuncerà a lui. Nico­las Burdisso è arrivato alla Roma il 29 agosto. Da allora ha saltato una sola partita, nei preliminari di Euro­pa League contro il Kosice perché non era in lista Uefa. Spalletti lo but­tò subito nella mischia a Genova, al­la prima giornata di campionato, da allora non è più uscito.



Non solo, ma nel ribaltone tecnico è rimasto un punto fermo anche per Ranieri, che lo considera un esempio per i com­pagni.

Non è stato convocato da Marado­na per le ultime partite della Nazio­nale argentina. A settembre era an­dato in tribuna, ma fa parte del giro e conta di andare al Mondiale. L’ultimo ar­gentino alla Roma era stato Cufrè e ha lascia­to un buon ricordo.

Burdisso ha un tem­peramento molto simi­le, è uno tosto, come gli altri argentini che sono stati alla Roma nell’ultimo decennio, da Balbo a Sa­muel, fino a Batistuta. Uno che non si tira mai indietro e che in gialloros­so ha trovato la sua dimensione idea­le. La possibilità di giocare con con­tinuità, un ambiente familiare, il cli­ma, la passionalità della gente. Al­l’Inter era uno dei comprimari, i tifo­si della Roma lo hanno fatto subito sentire importante.



Burdisso non salta mai un allena­mento, ha sposato la causa gialloros­sa. Non si dava pace, appena arriva­to, quando la squadra collezionò due sconfitte di fila. L’arrivo di Ranieri lo ha lasciato per qualche giorno con il fiato in sospeso. Lui era stato volu­to da un altro allenatore e pochi gior­ni dopo si ritrovava a vivere una nuova realtà. Ma non ci ha messo molto a conquistare la fiducia di Ra­nieri.

Alla Roma ha già comunicato che intende restare. Nella trattativa con l’Inter per il riscatto sarà importan­te la parola del giocatore. E pensare che poteva finire alla Lazio. Branca telefonò a Lotito quando la trattativa con la Roma non si sbloccava. Cruz spingeva per portare il suo connazio­nale in biancoceleste. Poi Rosella Sensi convinse Moratti e il presiden­te laziale cavallerescamente fece un passo indietro.