La penna degli Altri 23/10/2009 10:19

Arriverà Montali, Boniek invece no. E Unicredit continua il pressing



Il secondo, invece, ha rifiutato. «Mi sono incontrato più volte con la dottoressa Sensi e ho avuto la sensazione di parlare con una persona che sa il fatto suo - ci dice -. La Sensi mi ha proposto di collaborare con la società giallorossa, la cosa mi lusinga ma, al momento, non abbiamo trovato un accordo sulle modalità. Resta il fatto

che, pur rimanendo fuori dalla Roma, cercherò di dare comunque, nelle mie possibilità, una mano alla  società, soprattutto nei suoi rapporti con l’Europa del calcio. Cosa che sarà ancora più facile per me se, come sembra, sarò nominato per la Polonia ambasciatore degli Europei 2012».



L’accordo è saltato perché Boniek avrebbe voluto un incarico e un ruolo preciso all’interno di Trigoria, possibilmente quello di , con compiti di organizzazione e programmazione. Mentre quello che la Sensi gli ha proposto è solo una vaga collaborazione d’immagine, insomma una sorta di Boniek ambasciatore della Roma all’estero. Una proposta troppo fumosa, buona per alimentare il polverone che il presidente sta alzando questi giorni (il nome di  Montali, la lettera sull’arbitraggio di Rosetti) per dare l’idea di una società che sta alzando la schiena. Una proposta che non ha mai convinto Boniek, troppo poco per distogliere uno come lui dai suoi business in Polonia e dalla sua attività di opinionista e pensatore libero. La realtà è sempre la stessa. nelle casse non c’è un euro. E a Boniek si chiedeva in pratica solo del volontariato quasi gratuito. Probabilmente la questione economica sarebbe passata in secondo piano se ci fosse stata almeno una chiarezza sul ruolo. Anche qui,  notte fonda.




Il problema vero, per Rosella Sensi (che lunedì scorso si è recata a Palazzo Chigi) restano i 400 milioni di debiti verso il sistema bancario e il pressing del principale creditore, nonché socio di Italpetroli al 49%, cioè Unicredit. L’ultimo tentativo per provare a rientrare di almeno una parte del debito è stato svelato ieri da Libero: un interesse libico per i magazzini di stoccaggio del gas di Civitavecchia e Vibo Valentia. In realtà si parla di Total, gruppo francese che ha una forte partecipazione dei fondi libici di Gheddafi. L’ipotesi più ottimistica, quella di ricavare dalla vendita circa 100 milioni di euro, sembra però irraggiungibile (le offerte rifiutate in passato non hanno superato i 30 milioni). E Unicredit? Alla banca andrebbero girati  automaticamente i soldi di una eventuale cessione dei depositi. Nonostante ciò, l’istituto diretto da  Alessandro Profumo sarebbe stato tenuto all’oscuro, a conferma che i rapporti tra la banca e il gruppo Sensi sono ormai inesistenti. Peraltro anche qualora l’operazione andasse a buon fine Unicredit non si fermerebbe con i decreti ingiuntivi. Vuole andare fino in fondo per rientrare del credito e le valutazioni sulla solvibilità di Italpetroli a questo punto spettano al giudice.