La penna degli Altri 19/10/2009 10:48
Abbiamo rivitalizzato gli zombie rossoneri

Molto più grave era stata la strattonata con spinta di Thiago Silva su Menez, nel primo tempo. Ma lì Rosetti era rimasto rigido come uno stoccafisso. Inutile aspettarsi, nelle prossime ore, reazioni sdegnate: Franco Sensi non cè più. In compenso cè Pizarro, che ha subito urlato in faccia allarbitro quello che tutti i romanisti hanno pensato quando lo hanno visto indicare il dischetto a riportare il Milan in corsa: vergogna. E cè Ranieri, con quella faccia e quellironia che, alla fine, sono valse più di qualsiasi accusa. Per carità, ci ha pensato anche la Roma, eterna benemerita opera pia, a rivitalizzare gli zombie rossoneri. Quattro gol aveva segnato il Milan in sette partite, due ne ha fatti ieri sera, acciuffando limmeritata vittoria che gli consente pure di scavalcarci in una classifica malinconicamente tornata per noi né carne né pesce: 11 punti, gli stessi di Chievo, Bari e Udinese. Del resto si sa: non neghiamo mai un sorriso agli afflitti, figurarsi se potevamo fare eccezione in casa dei nostri amici (e protettori), in condizioni di cabala spaventosamente avversa (leterna crisi del Milan, limbattibilità di Ranieri, le nostre tre vittorie a San Siro nelle ultime tre stagioni) e con un fenomeno come Rosetti a dirigere lorchestra.
La partita, finché per la Roma partita è stata, ha fatto da specchio a problemi che ormai conosciamo a memoria. Se non cè Totti, di cui non finiremo mai di augurarci limmortalità, gli sbocchi offensivi restano soprattutto una speranza. Anche nella serata che ha finalmente sancito le formidabili potenzialità di Geremia Menez, fantastico per almeno unora, e persino i progressi di Guberti, assai brillante nel finale. Per il resto, cè solo da mettersi le mani nei capelli. La sempre più irritante evanescenza di Vucinic, ormai continuo solo nei perenni acciacchi, nella totale assenza di cattiveria, nellincapacità di segnare lo straccio di un gol (è ancora a zero, lanimaccia sua). E la senescenza di Taddei. E la cronica tendenza della difesa a incassare almeno un gol a partita, giochi in porta Doni (altra buona notizia il suo ritorno) o chi volete voi. E lintermittenza di giocatori peraltro straordinari, primo su tutti De Rossi, voglioso quanto impreciso. E la carenza di alternative degne di una grande squadra, tanto per tornare al mercato ormai dimenticato.
Tanto per dirne una, per cercare di rimettere le cose a posto, Leonardo ha potuto gettare nella mischia Inzaghi, più tardi Flamini; Ranieri prima Guberti poi Okaka, infine Baptista, che almeno sulla carta sarebbe un cambio vero, non fosse che da tempo il brasiliano è tuttaltro che Bestia. Il cuore anche nel senso di fattore C stavolta non è servito. Per colmo di jattura, non si è riusciti a recuperare il risultato come tante altre
volte proprio nella serata tecnicamente più felice della gestione Ranieri. Fino al rigore inventato da Rosetti, la Roma era stata superiore al Milan in tutto: nella qualità della manovra, nella personalità, nel numero delle occasioni create. Dall1 a 1 in poi, sul campo si è oggettivamente srotolato un altro match. Più nervoso di certo, ancora più sicuramente più fitto di errori. La difesa sè sciolta sullo spunto di Pato, che non faceva gol dalla prima di campionato, De Rossi ha fallito girando alla cieca il più comodo dei 2-2, Rosetti ha provato a lavarsi la coscienza col secondo (forse eccessivo giallo) ad Ambrosini, cui peraltro fin lì aveva concesso di tutto e di più, Guberti ha avuto un paio di guizzi senza fortuna. Non era serata, non poteva esserlo. Per colpa nostra, ma soprattutto per colpa dellarbitro amico dellamico Adriano.