La penna degli Altri 13/09/2009 11:00

Vucinic, talento e gol per riportare in alto la Roma

Ultima chiamata Il tempo delle mele è finito da un pezzo, per Mirko. All’età di 27 hai il dove­re di gettare la maschera. In Eu­ropa e in Italia, Vucinic ha mo­strato diverse volte la versione del campione: basta pensare al­la doppietta al Chelsea dieci mesi fa in o ai gol che, insieme a quelli di , permisero alla Roma di sfiora­re lo scudetto due stagioni fa. Fu proprio lui, con la rete a Ca­tania dopo uno slalom marado­niano, a mantenere in vita la speranza fino a 30 minuti dalla fine. Poi, l’Inter calò l’asso Ibrahimovic e nella pioggia di Parma la squadra di Mancini si assicurò uno scudetto che sta­va sciaguratamente perdendo. L’accostamento con Ibrahimo­vic non è casuale: anche a lui ha pensato l’Inter prima di per­dere lo svedese e puntare su Eto’o. Non solo: si pensò sem­pre a lui per fare l’accoppiata balcanica, Ibra-Vucinic, talen­to e sregolatezza.

Cercasi continuità Ma questi so­no altri discorsi. La parola con la quale Vucinic litiga da sem­pre si chiama continuità. E’ il suo grande limite, il suo proble­ma freudiano. La continuità è il tallone d’Achille dei grandi talenti, che di fronte alla bellez­za delle loro invenzioni tendo­no spesso a rimirarsi allo spec­chio. «Dio mio quanto sono bravo, quanto sono bello», ma intanto il tempo passa, passa­no anche le partite e le assen­ze, dovute talvolta nel caso di Mirko anche a qualche guaio fi­sico, ti riportano indietro, alla casella di partenza. Oggi, nella prima Roma di Ranieri, quella che secondo gli auspici dovreb­be essere quella della svolta do­po l’avvio orribile in campiona­to, zero punti e ultimo posto in classifica, Vucinic viaggerà ac­canto a . Un duo che fa pensare a molte altre accoppia­te nello sport: quelle del canot­taggio, del rally, del ciclismo, del tennis, del beach volley. Ga­reggiare insieme, soprattutto se il compagno è di valore – e trattandosi di è più di una garanzia, consente talvolta di colmare le proprie lacune ag­grappandosi agli splendori del­l’altro. Mirko aveva le gambe pesanti, giovedì, dopo le due partite con la Nazionale. Tre giorni, però, sono ottimi ed ab­bondanti per riprendersi, so­prattutto se hai 27 anni e sei uno sportivo di alto livello. Og­gi la parola d’ordine è dare ani­ma e corpo ad una Roma che deve disperatamente ritrovar­si, se non vuole sprofondare in una stagione anonima. Servo­no carattere, spirito di sacrifi­cio, capacità di sopportare il dolore e la fatica. E’, in sintesi, il messaggio inviato da Ranieri alla squadra. Il nuovo tecnico ha avuto solo tre giorni per par­lare a fondo con Mirko, ma le sue parole sono state chiarissi­me: «Ho bisogno del tuo talen­to e dei tuoi gol per riportare in alto la squadra». Vucinic ha ascoltato e ha capito. Ora però non basta capire: bisogna an­che agire. A Siena, Mirko do­vrà battere un colpo, giocare bene e provare a segnare. Il gol, in fondo, è il suo mestiere.