La penna degli Altri 21/09/2009 15:22

Totti-De Rossi, i gemelli del gol


Troppo bello come la Roma di ieri sera che, intorno al suo capitano, ha disputato un primo tempo che dopo Basilea neppure il più ottimi­sta dei tifosi avrebbe potuto immaginare. Una risposta così la sognava da qualche set­timana, da quando pure una parte dei suoi ti­fosi lo avevano messo sul banco degli imputa­ti per quel contratto pronto da firmare (a pro­posito: ma quando?) che ha numeri, è vero, in controtendenza con quelli di una società che nell’ultimo mercato non ha avuto la forza e la voglia di investire neppure un euro. Era stato accusato anche di non aver parlato dopo la Caporetto contro la
, l’ultima volta di Spalletti. Per questo ieri sera non ha voluto di­re una parola, lo ha anticipato Vito Scala, il suo
personale. E il capitano gial­lorosso quando è uscito dagli spogliatoi è pas­sato davanti a telecamere, microfoni, taccui­ni con il sorriso dei giorni migliori, salutando ma non parlando. Noi però che abbiamo una vena, bonaria s’intende, di scorrettezza che ci scorre nelle vene, lo abbiamo atteso alla fine di quel percorso, fischiettando (per rendere l’idea) abbiamo superato lo sbarramento degli steward, ci siamo avvicinati a , ac­compagnandolo fino al pul­lman, con Bruno Conti che dietro ci chiedeva se voleva­mo salire pure sul pullman (risposta positiva, ovviamen­te).


E Francesco in quei cento metri fianco a fianco, qualche parola non poteva non dircela:

«Bellissima partita, bellissi­ma vittoria, ci voleva dopo tut­to quello che è accaduto negli ultimi tempi. Credo che abbia­mo dimostrato quali possono essere i nostri reali valori. Vo­levamo vincere, ci siamo riu­sciti, soprattutto lo abbiamo fatto giocando un bel calcio, in particolare nel primo tempo in cui siamo riusciti a fare tutto quello che vole­vamo e dovevamo fare. Abbiamo realizzato tre gol, giocato da squadra, creato gioco e oc­casioni, mettendo in campo tutto quello che avevamo. E’ stata una faticaccia, ma ne è val­sa la pena, perché la vera Roma è questa. Non voglio dire nulla sui miei gol, così come sul mio contratto, quello che avevo da dire l’­ho detto. Ciò che mi interessava era ritrovare la Roma. A chi dedico questi due gol? Avrei tante dediche da fare, ma forse è meglio che non dica niente...». E se ne va con quel sorri­so che ormai conosciamo da quindici anni. Un sorriso che prima di ogni altra cosa dice che non è finita qui.