La penna degli Altri 06/09/2009 14:01

Roma, urla e carezze

IL MESSAGGERO (A.ANGELONI) - Una mattinata a Trigoria per dire basta. Per chiedere a Rosella Sensi di andar via. Cinquecento tifosi della Roma, forse anche seicento, a urlare per tre ore nel la loro rabbia contro questa gestione. Contro tutti i dirigenti del club: contro la presidentessa, ma anche contro l’ex intoccabile Bruno Conti, oggi direttore tecnico, contro Daniele Pradè, il diesse, e addirittura contro Cristina Mazzoleni, responsabile dei conti giallorossi.

La contestazione, comunque, non ha riguardato i giocatori che, in piena tranquillità, hanno proseguito il lavoro con Ranieri. Proprio mentre andava in scena la protesta (civile e per certi versi impostata sullo sfottò e sull’ironia) contro la proprietà, la stessa società ha chiesto al Comitato di analisi per la sicurezza sulle manifestazioni sportive (Casms) e all’Osservatorio del Viminale di cancellare il divieto e permettere ai tifosi della Roma di seguire la propria squadra a Siena il prossimo 13 settembre, in un momento di particolare difficoltà per la formazione giallorossa. Un’iniziativa della proprietà per riacquistare il consenso della piazza e indirettamente anche un messaggio della famiglia Sensi che non sembra affatto intenzionata a lasciare.

I primi contestatori si sono presentati a Trigoria già alle 9 di mattina. Trovando alcuni blindati di Polizia e Carabinieri, allertati dai dirigenti giallorossi dal giorno prima, e soprattutto transenne a bloccare la stradina che porta al cancello principale. Lì un cordone anche di agenti (una trentina, con i caschi) a vigilare. Tra le 10 e le 11, con i giocatori ormai tutti all’interno del centro sportivo , si è riempito il piazzale antistante gli uffici della sede. Tante auto, moltissimi scooter. Traffico intasato già a un chilometro dal centro sportivo.


Qualche petardo, un paio di fumogeni, soprattutto tanti cori per prendere di mira la presidentessa e i suoi più fidati collaboratori, cantando la società dei magnaccioni. Ma anche diversi striscioni. Uno, verticale, era stato srotolato nella notte davanti a Villa Pacelli: Rosella Vattene si leggeva su un palazzo di fronte all’abitazione di famiglia in via Aurelia. Quelli a Trigoria, invece, seri o spiritosi: Tu alla presidenza...noi all’opposizione; Ora basta, Rosella vattene; Via i laziali dalla Roma; Sei così incapace che con 1 milione e 1 non ce magni? (e sotto un piatto di pasta). E su un cartone, invece, un paio di fotografie di Muzzi con la maglia della Lazio. L’ex attaccante di fede biancoceleste ha appena ricevuto l’incarico di allenare i ragazzini del ’99: Finalmente ch’hai comprato una punta, Grazie Rosella. Uno simile con tutti i nuovi acquisti da a Zamblera e altri ringraziamenti (con foto di Spalletti che fa okay con il pollice alzato). Gli unici cori di approvazione sono proprio per il tecnico che si è dimesso martedì, per Aquilani finito al Liverpool (un cartellone con la sua foto accanto a Benitez e la frase detta dalla Sensi mercoledì: «Non abbiamo venduto nessuno»), per quando ha lasciato Trigoria. Qualche manata, invece, sui vetri delle auto di Esposito e Perrotta.


I tifosi vanno via verso mezzogiorno: per motivi di ordine pubblico non possono assistere al debutto della Primavera di Alberto in Coppa Italia (2 a 0, debutto nella ripresa per Zamblera e cancelli poi aperti). Intanto la società giallorossa fa sapere che ha chiesto la revoca del divieto per i tifosi giallorossi per la gara di Siena. I dirigenti della Roma hanno già ufficialmente avanzato la proposta e stanno ora aspettando la replica dal Casms. Il club giallorosso è ottimista tanto che Rosella Sensi, in caso di risposta positiva, si assumerebbe la responsabilità di organizzare il trasporto in pullman, sotto il controllo degli steward della Roma, per consentire ai propri tifosi di andare a Siena. Va ricordato che il Casms aveva già vietato ai sostenitori giallorossi la trasferta di Genova alla prima giornata.


La squadra riprenderà gli allenamenti martedì (doppia seduta): Ranieri ha concesso ai giocatori due giorni di riposo.