La penna degli Altri 19/09/2009 20:55
Roma a muso duro

Roma dallo scarso carattere? «Non lo so, sono arrivato da due settimane. Mi auguro di no. La squadra deve essere maschia. Se sono qui, sono grandi calciatori, hanno tecnica e lo hanno dimostrato. Il meccanismo si è rotto, Spalletti non cè più, cè un nuovo tecnico che quel gioco non lo può fare sennò sarebbe rimasto Spalletti. I ragazzi devono impegnarsi a fare ciò che chiede il nuovo, che sono cose che, ripeto, tutti possono fare».
Poi. «Nessun allenatore ha la bacchetta magica. Per far andare bene le cose tutti devono capire cosa va fatto. Il compito me lo aspettavo difficoltoso, altrimenti non ci sarebbe stato un cambio in panchina. Della gara di Basilea salvo il cercare di stare corti con la difesa alta. Determinati movimenti ci sono. Bisogna che tutti si mettano a disposizione per questo gioco. Squadra arrabbiata? Mi auguro che i giocatori siano imbufaliti quanto i tifosi, sono loro che vanno in campo e lì si è fatta brutta figura. Vedo che la voglia cè, anche se ognuno ha il suo grado, e il tecnico spinge su questo spirito. Certo se tu hai un dieci per cento di questo spirito io ti posso portare al diciannove, al venti. Magari con laiuto dei compagni arriverai al ventuno. Ma mai al cento per cento. Perché non ce lhai»
Totti, quindi. «Spalletti ha trovato la soluzione di Totti punta, che non è una punta, quando gli si sono fatti male tutti gli attaccanti. Quel gioco non cè più. Totti è un giocatore atipico, un campione che può risolverti la partita in qualsiasi frangente, è un giocatore che ha quella qualità in più che ogni squadra di vertice deve avere. Ma deve cambiare un po il suo modo di giocare, perchè tutti, pure i sassi, sanno che viene incontro. Deve cercare di fare altri movimenti. Che ora non gli sto chiedendo tanto, proprio perché voglio che faccia quello che sa fare, cercando di saper leggere la partita. Io gli dico alcune cose durante, prima e dopo la partita. Ma sempre rispettando la sua qualità di grandissimo giocatore e campione». E il valore attuale della Roma? «Quello che dice la classifica. Né più né meno. Qui non ci sono titolari e riserve. Scelgo undici giocatori. Chi vedo con le caratteristiche di determinazione lo metto in campo. Cè chi è in ritardo, chi non mi capisce. Io devo fare punti e mettere in campo dei gladiatori. Siamo a Roma, la gente vuole gladiatori, io chiedo questo. Voglio che tutti appena perdono palla inizino a pressare perché sono i primi difensori, in qualsiasi parte del campo. E tutti gli altri devono capire come muoversi. Loro erano abituati a restare aperti nelle loro posizioni, e questo io non lo chiedo».