La penna degli Altri 21/07/2009 09:17

Roma e Juventus, la contestazione a prescindere



Fabio Cannavaro, ieri, ha dovuto abbozzare agli ennesimi fischi di juventini che lo ritengono un traditore: «Spero di poter sbloccare questa situazione con il dialogo, come si è sempre fatto. A un giocatore non fa mai piacere essere preso di mira e comunque capisco l’amarezza di un gruppo di tifosi per quello che c’è stato in passato. Il primo a cui è dispiaciuto lasciare la , tre anni fa, ero io. E la mia famiglia. Alla
stavo bene e ci sarei rimasto se non fossero successe certe cose. Ma, dopo la partita della nazionale a Bari con l’Irlanda, Alessio Secco venne a casa mia e mi bastò quel gesto per farmi dire subito sì, torno. Con lui non parlai di cifre, per queste si sarebbe arrangiato il mio procuratore. Io ero già felice così».

E se la stagione scorsa gli ultrà juventini fecero il diavolo a quattro per impedire lo sbarco dell’interista Stankovic, quest’anno i tifosi nerazzurri hanno fatto capire subito che lo juventino Nedved ad Appiano non sarebbe stato gradito. Corsi e ricorsi storici.

La partenza di Kaká per il Real Madrid ha alzato la temperatura tra i milanisti. Non è un buon momento tra ultrà rossoneri e società: la contestazione al capitano Paolo Maldini, il giorno della sua ultima partita a San Siro, era già un segnale preciso. Poi, il giorno del raduno, altra contestazione davanti ai cancelli di Milanello.

Prima di tornare a Livorno, Cristiano Lucarelli è stato fischiato dai tifosi del Parma, a dimostrazione che le isole felici non esistono più. Lo stesso è successo ad Alessandro Rosina. Una volta i tifosi del Toro lo chiamavano Rosinaldo, ma i tempi sono cambiati. E i granata sono finiti in serie B.