La penna degli Altri 15/07/2009 16:17

Cinque domande alla Roma: La vera garanzia è Totti già in ritiro


Li aspetta o li sogna? Come potrà mai essere accontentato?


«E’ già tanto che la società abbia riscattato Motta e chiuso con Guberti. In questo momento non può fare di più. E’ chiaro che per venire incontro alle richie­ste di Spalletti, dovrà prima vendere un paio di gio­catori. Chi? Magari Menez e Baptista, o Vucinic se ca­pita l’offerta giusta. E’ in ballo anche Brighi, che non è un campione ma ha più mercato di tutti. E’ uno dei più preziosi e costanti, giustamente Spalletti non vor­rebbe perderlo. Cedere però non è facile, nemmeno l’Inter ci è riuscita, tanto da far infuriare Mourinho. Quanto alle richieste di Spalletti, il è indi­spensabile perchè in attesa di Doni, non si può ri­schiare come è successo nel finale di stagione, e del­la punta si parla da anni. E’ chiaro che la società de­ve inventarsi qualcosa: un prestito, uno svincolato, non può pensare di acquistare un attaccante di grido. Ma Spalletti sa bene qual è la situazione e sa bene che i suoi desideri possono rimanere tali».

2-La società considera Aquilani incedibile come e , o è disposta a valutare un’eventuale offerta?

«Sarebbe un errore chiudere la porta in faccia al Li­verpool o a qualche altro club importante, capace di fare una proposta allettante e anche di garantire al giocatore una prospettiva di qualità. La Roma non è nella condizione di buttare via altre occasioni, valuta il cartellino di Aquilani sui 18 milioni, se mai la diffi­coltà è nel trovare un club che condivida questa va­lutazione. Sembra di capire che Aquilani sia sul mer­ come tutti gli altri: in vendita, non in svendita».

3-Ma a questo punto quali sono le prospettive per la società?

E’ sparito Fioranelli, non si vedono all’orizzonte altri aspiranti acquirenti, questo significa che la famiglia Sensi rimarrà per tutta la prossima stagione?

«Dopo giorni convulsi, sembra sia calato improvvi­samente il silenzio. Non è un danno, tuttaltro. Le vo­ci, le indiscrezioni, il mettere in piazza ogni giorno la società, non ha sicuramente giovato all’immagine del­la Roma e nemmeno alla ricerca di soluzioni vere, serie. Le due banche tardano a nominare il manager che dovrà tentare di aprire trattative più credibili e realistiche. Fioranelli fa sapere che non si è ancora arreso, mentre è facile ritenere che le banche si stia­no muovendo per sondare ben altre soluzioni. L’ipo­tesi che la famiglia Sensi resti sino a giugno non si può scartare, anche se questa eventualità comporterebbe una paralisi totale sul mercato e un ridimensiona­mento, almeno temporaneo. Però niente alibi, anche se la Roma rimanesse così, senza ritocchi, senza cam­biamenti, avrebbe le risorse tecniche per puntare ai primi posti. Se si eccettua la e in parte l’Inter, non ci sembra che sinora il Milan e la
, che si sono privati di Kakà e Felipe Melo, siano più attrez­zati rispetto all’anno scorso. Questa eventuale con­danna all’immobilismo potrebbe rivelarsi meno dan­nosa di quanto appaia adesso. Purchè non si ripeta­no gli infortuni e la squadra esprima tutte le potenzia­lità tecniche che comunque possiede».

4-Perchè Spalletti sta provando a cambiare modulo? E il possibile 4-2-4 è davvero la soluzione giusta, tenendo conto dell’organico di cui dispone?

«Le perplessità sono legittime. Intanto è probabile che lo faccia in previsione dell’arrivo di una punta ve­ra da affiancare a , o magari lo fa solo per speri­mentare, per preparare la squadra a varie soluzioni. Il 4-2-4, che poi in fase difensiva diventa un banale 4­4-2, richiede una ricchezza notevole di esterni, per­chè diventano fondamentali in entrambe le fasi, quel­la offensiva e quella difensiva. Ci vogliono due ester­ni alti molto dinamici, eclettici, che sappiano attacca­re ma anche rientrare e aiutare i due centrocampisti. La Roma non ha risorse sconfinate in questi due ruo­li: a destra Taddei, a sinistra Menez e Guberti. Poi qualche giovane come D’Alessandro o qualcuno che si adatta come Perrotta. Ha invece, almeno al mo­mento, molti centrocampisti centrali:
, Pizar­ro, Brighi, Aquilani, lo stesso Perrotta e dunque non ci sorprenderebbe un ritorno alle origini, al 4-2-3­1 con punta, un trequartista alle sue spalle e a si­nistra un esterno offensivo come Vucinic o , più dina­mico e tattico, tipo Guberti. Il modulo però si sceglie sempre in base alle risorse tecniche di cui si dispone: Spalletti dovrà prima capire se la punta arriva, se ci sarà un nuovo esterno e se partirà qualche centro­campista centrale. Insomma, è ancora in alto mare».

5-C’è almeno una certezza? E in una situazione così nebulosa e provvisoria, quanto conta avere uno come ?

«La certezza viene dallo spessore complessivo del­la squadra. E’ imperfetta, avrebbe bisogno di energie nuove, ma in assoluto è tra le migliori del campiona­to, a patto che Spalletti e i giocatori ci credano e dia­no l’anima.

La “novità”, l’unica, la più bella, è invece . Do­po tre anni finalmente è partito con tutti gli altri in ri­tiro, sta bene fisicamente, viene da stagioni sofferte e la possibilità di giocare il mondiale gli darà una spinta fortissima. Sbaglieremo, ma questa vol­ta farà una grande stagione.


Naturalmente purchè ci sia una gestione attenta e intelligente di questo campione che non ha più ven­t’anni ».