La penna degli Altri 26/06/2009 11:44
VINICIO FIORANELLI: "Quattro o cinque giorni e l'operazione è chiusa"

Allora, signor Fioranelli, la prima domanda è scontata: è finita la sua scalata alla Roma? «No. Sono sereno per loperazione che stiamo portando avanti. Eravamo consapevoli che questa sarebbe stata unoperazione difficile, si sta rivelando per la verità difficilissima. Ma nello stesso tempo sono fiducioso. Vogliamo prendere la Roma».
Eppure cè chi garantisce che ormai il vostro tentativo debba considerarsi fallito. «Non è così, stiamo andando avanti, a piccoli passi, ma stiamo andando avanti».
Si parla di problemi economici, di soldi che non ci sono. «Abbiamo i mezzi per concludere loperazione. I problemi sono di altra natura».
Di che natura? «Acquistare la Roma non è semplice. E una società che ha una grande importanza, sociale, ambientale, politica, economica e tutto questo merita rispetto. Pertanto cè bisogno di unattenzione particolare».
Si sussurra di soldi che non sarebbero garantiti? «Non è così»
E tutto questo ha creato problemi? «Sì, qualche problema inaspettato si è presentato, ma ci anima ancora di più per realizzare questa operazione. Stiamo trattando con grande attenzione, ma anche con una grande collaborazione della famiglia Sensi. Si sono sempre comportati benissimo e con loro anche il rappresentante legale, dottor De Giovanni».
I Sensi hanno detto sì alla vostra offerta? «Sì, diranno sì a determinate condizioni».
Quali condizioni? «Su questo preferirei non dire nulla, anche se sono condizioni giustificate che comprendono qualche cosa difficile da realizzare».
Qualcosa però ce la deve dire.
Questa è unoperazione che prevede lacquisto di una grande società, con un investimento importante. Bnee, noi siamo pronti a comprare la Roma come un uovo di Pasqua.
Con la sorpresa?
Con la sorpresa. In questo senso però: noi siamo pronti ad acquistare subito senza fare due diligence.
A scatola chiusa insomma?
A scatola chiusa.
Eppure è investimento piuttosto importante, si parla di duecento milioni.
La cifra è quella, milione più milione meno. Dopo, ovviamente, faremo lOpa. E, altrettanto ovviamente, saremo pronti a fare gli investimenti per migliorare la squadra.
E un impegno molto importante. «Ne siamo perfettamente consapevoli. Sentiamo lenorme responsabilità che abbiamo nei confronti della grande famiglia dei tifosi romanisti. Lei non può sapere quello che mi è accaduto in queste ultime settimane. Sono stato inondato da sms e messaggi per posta elettronica. Lo sapevo, ma ho avuto la conferma che la Roma è unautentica religione per tantissime persone».
La famiglia Sensi è stata molto contestata in questa vicenda.
Ed è la cosa più sbagliata che si possa fare. Posso dire unaltra cosa sui Sensi?
Assolutamente si.
In tutta questa trattativa, cominciata tanto tempo fa, mai, dico mai, neppure per un momento, ha anteposto i propri interessi a quelli della Roma. Credo che nessunaltro al posto loro si sarebbe comportato in questa maniera. Di questo bisogna dargliene atto nella maniera più totale e ci tengo a dirlo pubblicamente.
A proposito dellinizio della trattativa, quando cè stato questo inizio?
Da sei-sette mesi. Come prima cosa è stato fatto un sondaggio indiretto, è risultato positivo, da lì è partito tutto, facendo le cose con molta cautela.
Forse troppa, non sarebbe stato il caso di parlare prima?
Qualche tempo fa su un giornale ho letto una cosa che è perfetta per dare questa risposta: il segreto del successo è il segreto. Io lho sempre pesata così, ho fatto della discrezione un mio cavallo di battaglia. Per lavorare bene bisogna essere rispettosi e discreti.
Non è stato un errore non comunicare, dire niente di niente?
Non credo. Il risultato ci dirà, semmai, se lo è stato. E se un giorno noi riusciremo a prendere la Roma, come credo ancora fermamente, penso che il successo sarà proprio questo silenzio. Del resto gli unici autorizzati a parlare sono i Sensi, sono loro i proprietari della Roma. Io non ho mai cercato pubblicità. Pensi, che ancora oggi, a distanza di anni, nessuno sa che ho portato a termine alcuine operazioni di mercato.
Il suo gruppo che continua a volere la Roma, è composto da Vinicio Fioranelli e chi altri? «Volker Flick».
E basta? «Basta, siamo io e lui che è mio amico fraterno».
Chi è Volker Flick? «E un tedesco, un grande imprenditore. Uno dei più grandi esperti in ristrutturazioni societarie e di banche. Un numero uno».
Ma è parente o no della famiglia Flick, ex proprietaria della Mercedes? «Sì, una parentela che nasce dai bisnonni. La famiglia Flick ha tre rami, Volker fa parte di uno di questi».
Che ruolo avrebbe nella Roma nel caso riusciste a prenderla?
Subito non entrerebbe nella Roma.
Difficile da credere.
Semplice da spiegare: inizialmente, una volta una volta che riuscissimo ad acquistare la Roma, entrerei io nella società, poi una volta lanciata l'Opa, entrerebbe anche Volker.
Con un ruolo finalizzato alla costruzione del nuovo stadio?
Di questo mi sembra prematuro parlare. Prima è necessario concentrare tutti inostri sforzi nella buona riuscita di questa operazione.
Lo stesso discorso si può fare per eventuali operazione di mercato?
Certamente. In questo momento sarebbe del tutto ingiustificato parlarne. Quello che posso dire è che, proprio per grande responsabilità che sentiremmo nei confronti dei tifosi e della città che non penso di sbagliare dicendo che è la più bella del mondo, saremmo pronti a fare quello che si deve fare.
Venerdì della passata settimana, molte informazioni sussurrate allorecchio, davano per chiusa la trattativa. Era così?
Evidentemente no, visto che non è successo, ma certo eravamo abbastanza vicini, diciamo così.
Pensiamo bene, se immaginiamo che i vostri problemi sono legati ai rapporti con le banche?
Noi con Mediobanca abbiamo rapporti molto buoni.
In ballo cè anche unaltra banca, però. È vero che con Unicredit non avete mai trattato?
Noi trattiamo con la famiglia Sensi.
Oggi come oggi Vinicio Fioranelli ritiene sfiorito il sogno di acquistare la Roma? «No. Resto molto fiducioso, riusciremo a risolvere i problemi e a prendere la Roma. Noi tutti abbiamo una grande voglia di prendere la Roma».
Visto che ritiene ancora aperta la questione, ci può dire che tempi prevede per dire la parola fine a questa vicenda? «Io credo che tra quattro-cinque giorni si saprà tutto e come finirà, in un senso o nellaltro».
In questi lunghi mesi di trattative, ha mai parlato con qualcuno della Roma, diciamo Spalletti o Totti?
Assolutamente no. Sarebbe stata una cosa di una scorrettezza incettabile. Non mi sarei mai permesso.
Nonostante le ultime vicende sembrano allontanarvi dalla Roma, lei continua a mostrare ottimismo. Da cosa nasce? «Sono un testardo e non sono uno che cambia idea. Volevamo la Roma, continuiamo a volerla. Siamo tuttora molto convinti che si possano mettere a posto le cose che mancano. Venerdì scorso cera soltanto qualche dettaglio da limare, conto che si possa ancora mettere a posto la situazione».