La penna degli Altri 03/06/2009 07:41

«Se la banca mi costringe alla cessione, allora la cedo io a chi dico io»

Tutto questo non è stato smentito dall’ennesimo comunicato targato Italpetroli in cui la Compagnia nega la conclusione di qualsiasi tipo di accordo sull’As Roma e precisa soltanto «che tali notizie sono del tutto prive di ogni fondamento, cosí come anche quelle relative all'esistenza di accordi che prevedono il pagamento di penali in caso di mancato trasferimento da parte della controllante del pacchetto azionario in questione». Insomma nel comunicato c’è scritto soltanto che la Roma finora non è stata venduta, non che non lo sarà.

Unicredit con Italpetroli è stata chiara: bisogna rispettare le scadenze del piano e risanare il debito, e questo pare non poter che avvenire attraverso la cessione della Roma. Il coinvolgimento di Mediobanca nella vicenda potrebbe trasformarsi come una vera e propria delega a vendere: a quel punto si farebbero avanti gli interessati all’operazione. Ecco perché la famiglia è a un passo dalla decisione di dire addio alla Roma, se non altro per poter gestirlo. «Se la banca mi costringe alla cessione, allora la cedo io a chi dico io», questo è il ragionamento. Magari è anche quello che si è fatto in Borsa visto che le azioni sono salite del 12%.

Sullo sfondo non c’è solo Fioranelli, resta anche l’imprenditore romano Angelini e l’interesse dei libici. Soprattutto adesso, per la congiuntura storico-politica e gli storici interessi petrolifici, la pista che porta in Libia, anzi dalla Libia a Roma, appare calda. Il ponte è lanciato.