La penna degli Altri 25/05/2009 16:21
Spalletti, l'uomo più giusto per ripartire

In attesa di capire chi andrà direttamente in Champions restano invece Fiorentina e Milan. I viola hanno avuto il merito di lottare, di crederci, di inseguire il risultato fino allultimo istante. Decisivo però ancora una volta è stato Frey. Certo è che Prandelli ha adesso un'occasione straordinaria: battendo il Milan (ma gli serviranno due gol di scarto, a meno che la Juve non perda) accederebbe direttamente alla fase a gironi, con un conseguente sollievo anche per quanto riguarda la programmazione della stagione prossima. A rischiare di dover stravolgere tutto è invece il Milan (che però ieri ha reclamato per un paio di rigori negati da De Marco). C'è un terzo posto che balla prima di dover annunciare il cambio in panchina. La strada è ormai chiara, sarà Leonardo a sostituire Ancelotti: solo che tutti pensavano a un addio più soft. A mandare all'aria i piani ci ha pensato la Roma, che ha trovato le energie, la forza mentale, per chiudere una stagione disastrosa con una vittoria di prestigio. Ancora una volta ha incantato Totti, non solo per il gol decisivo ma per la partecipazione, il sacrificio che ha messo nella partita. La stagione della Roma, che resta disastrosa e non provino i protagonisti a dipingerla diversamente, consegna ai giallorossi il premio di consolazione della Europa League. Da oggi si potrà guardare al futuro ed è auspicabile che a brevissima scadenza vengano sciolti tutti i nodi per programmare la nuova stagione. Il dubbio più evidente riguarda l'allenatore, che continua a tenere l'ambiente e la proprietà sulla corda. La convinzione personale è che Spalletti sia e resti (al di là delle responsabilità che hanno coinvolto lui come tutti in questa stagione) il miglior allenatore possibile per ricominciare. Un anno disgraziato non può cancellare quanto di bello è stato fatto nei primi tre: e sulle qualità dell'uomo, del professionista non ci possono essere dubbi. E' per questo che la Roma dovrebbe augurarsi, e giustamente si augura, che nelle prossime ore Spalletti dica ufficialmente di voler riprendere e continuare il progetto. Una sana e feroce voglia di rivincita dovrebbe tra l'altro animare tutto l'ambiente: da Spalletti ai giocatori e alla società, è questo il momento di mettersi al lavoro - mentalmente - per restituire alla gente una Roma di prima grandezza.
Al futuro d'altronde stanno pensando già tutti, a cominciare dall'Inter che conquistato lo scudetto - ha investito una valanga di milioni e confermato Mourinho. Sì, certo, perché questa è l'unica strada, al di là del fumo dialettico. Ieri è arrivata la quarta, e stavolta indolore, sconfitta del campionato. A togliersi la soddisfazione è stato il Cagliari di Allegri, di una squadra con dei valori assolutamente riconoscibili, di un presidente che è il vero talent scout di allenatori. Prima di Allegri era stato sempre Cellino a puntare su Giampaolo e Ballardini, non a caso tra gli allenatori di cui si parla di più. A cui di diritto va aggiunto Mazzarri, che ha infilato in questi anni la serie più lunga di soddisfazioni. Da Livorno a Reggio Calabria, poi alla Samp: sei stagioni di alto profilo, condite con la valorizzazione o la riscoperta di tanti giocatori.
Mazzarri, in questo valzer di allenatori che si annuncia interessantissimo, ha deciso ora di lasciare Genova, così come Zenga ha annunciato il suo addio a Catania. Si chiude così un'altra storia bellissima. Ed è significativo che Zenga abbia potuto annunciare il divorzio al termine di una partita vinta brillantemente col Napoli. Già, un Napoli in caduta libera, che è riuscito a distruggere tutto quanto di buono aveva lasciato presagire a inizio stagione. E' certo che il pubblico di Napoli non merita questo e tutti - a cominciare dalla società - sono adesso chiamati a restituire il Napoli ai napoletani. Un Napoli forte, che sappia divertire e abbia quell'orgoglio sparito in questi quattro mesi.
A un passo dalla salvezza è ora il Bologna che, pareggiando a Verona, si è guadagnato la possibilità di restare in A battendo il Catania nell'ultima gara. E' legittimo che l'ambiente sia concentratissimo su quest'impegno, perché il campionato sta dimostrando che giustamente nessuno fa regali, ma il Bologna deve con un occhio pensare a superare l'ultimo ostacolo e con l'altro proiettarsi al futuro. Bologna non si merita un'altra stagione di simili sofferenze: la lezione dovrà servire per programmare un futuro diverso. Molto diverso.