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In The Box 10/12/2025 12:16

Bill Murray

LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Se Paulo Dybala va in campo a dispetto del suo status di campione, che si sporca inevitabilmente a causa della sua condizione fisica, è perché Gasperini cerca in lui una speranza tecnica, in una realtà offensiva rasa al solo dalle lacune di un mercato che per paradosso ha reso la Roma meno forte dello scorso anno, quando almeno a tozzi e bocconi c'era Saelemaekers.

Oltretutto Dybala non ha mai iniziato quest'anno una partita nel suo ruolo, largo a destra, dove giustamente viene impiegato Soulé, l'unico a salvarsi in prima linea. Se Baldanzi in alcuni momenti cruciali dei primi quattro mesi di stagione è stato schierato al centro dell'attacco, è perché Gasperini avrebbe voluto altro rispetto a Dovbyk, ma al massimo la Roma per sostituire l'ucraino ha puntato per un mese uno che stava più in crisi di lui, Gimenez del Milan, il re dei flop. E perché Ferguson probabilmente se Gasperini avesse a disposizione tre centravanti, sarebbe la terza scelta, perché al momento è il calciatore meno inserito tatticamente, e ha già smorzato quella fiammella di speranza e aspettativa che si era accesa dopo l'esordio ad agosto. Se El Shaarawy gioca sempre meno è perché Gasperini suo malgrado deve fare i conti con la parabola discendente dell'esterno d'attacco, e per questo l'allenatore è costretto a insistere su Pellegrini. E anche per questo loda, forse oltremisura, Pellegrini.

Il ruolo dell'allenatore è anche questo: nei limiti del possibile deve comunicare fiducia ai calciatori. Un po' quello che quattro anni fa faceva Mourinho con l'allora capitano giallorosso. Quella strategia, che aiutò Pellegrini a giocare la sua migliore stagione nella Roma, non poteva essere capita da tutti. Così come le parole al miele di Gasperini espresse prima di Cagliari-Roma. Non tutti sono in grado di andare oltre il primo strato comunicativo.

Se nelle rotazioni entra poche volte Bailey, e il più delle volte lo fa per giocare a destra, è perché Bailey è un esterno destro mancino che a volte può giocare a sinistra, ma soprattutto è lontanissimo da una forma accettabile, e in una squadra che già fa i conti con la precarietà fisica di Dybala, non è stata un'idea brillante tesserare uno che sta sul podio nella classifica mesta dei guai muscolari.

La Roma, ad agosto, sul mercato ha fatto un casino. E per questo è inspiegabile il rumoreggiare dialettico su Gasperini, sono inspiegabili le teorie secondo cui deve fare le cose semplici. È così difficile da capire che certe mosse azzardate sono figlie di esperimenti necessari per trovare soluzioni a problemi causati dal mercato estivo? Di inspiegabile c'è il buco nero di agosto, quando si narravano trattative che sistematicamente saltavano, e quando alla fine della giostra sarebbero arrivati soltanto Tsimikas e Ziolkowski. Ossia un ex panchinaro del Liverpool (sarebbe ora di finirla con le favole sul livello alto di chi viene dai top club, perché nel Liverpool a sinistra ha giocato sempre Robertson, mentre il greco in quella squadra era soltanto una decorosa riserva) e un giovane difensore di prospettiva.

Sentir dire o leggere che Gasperini deve fare come Ranieri, ossia snaturarsi e cucinare la minestra, è mortificante. E di un provincialismo pericolosissimo. Basterà infatti un altro pareggio per fare urlare che i calciatori sono degli indegni che non si impegnano (mentre invece stanno dando il massimo, ed è questo il problema di fondo), poi lo step successivo sarà urlare che Gasperini non è adatto alla Roma. Quindi che deve tornare Ranieri, abile nel fare sette otto risultati di fila e poi si annuncia un nuovo allenatore. Poi un mercato monco e a settembre "la Roma riparte dai senatori, titolari e pronti al rinnovo". E si ricomincia da capo. Manca soltanto Bill Murray.

In the box - @augustociardi75