In The Box 20/06/2024 11:50
Passa il tempo...
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - La lunga estate romana ha deciso di diventare infinita. Gli ultimi tre mesi di giugno sono stati un frullatore. Nel 2021 c'era l'onda lunga provocata dall'arrivo di Mourinho. Da un mese e mezzo si parlava soltanto del mercato della Roma a misura del tecnico portoghese che da poco aveva squarciato il cielo della capitale, a metà giugno era iniziato il conto alla rovescia del suo sbarco in Italia. Si sognava, si ipotizzava, ogni calciatore di Mendes veniva accostato alla Roma. Roma aveva i riflettori del mondo puntati addosso.
L'anno dopo, giugno 2022, c'era ancora la festa per la Conference League vinta a Tirana. C'era la sensazione che bastasse poco per tornare a essere super competitivi pure in Italia. Era già arrivato lo svincolato Matic. A metà giugno si iniziava a sussurrare il nome di Dybala. Esaltazione pura.
Un anno fa, la maggioranza dei tifosi della Roma si aggrappava a Mourinho per ripartire dopo il colpo ferale inferto da Taylor a Budapest a cavallo tra il 31 maggio e il 1 giugno. Fra l'allenatore e il club la rottura era nell'aria, si decideva di proseguire insieme, per inerzia. Senza rinnovo, tra mille difficoltà sul mercato. Aria meno frizzantina, abbastanza viziata, ma non c'era abbattimento, c'era rabbia e spirito di rivalsa. E morbosa attenzione dei media per ogni smorfia del tecnico. Catalizzatore, distraeva. Quasi non ci si chiedeva chi avrebbe comprato la Roma, ma cosa gli passasse per la testa.
Oggi le chiacchiere sono alimentate dalla pigrizia. È cambiato tutto. Dall'allenatore al responsabile del mercato. È cambiato l'umore di chi chiacchiera e di chi scrive. Perché poi, in fondo, chi decide di seguire la Roma allo stadio Olimpico c'è sempre. Numeri impressionanti. In pochi giorni sono state rinnovati quasi 32 mila abbonamenti. E mentre ci si chiede come sia possibile, perché oggi sì e ieri no, quanto abbia inciso Mourinho e quanto incidano le agevolazioni finanziarie, c'è chi appena si aprono le danze scende in pista. Gli abbonati da anni sono sempre numerosissimi. Una grande certezza. Come le chiacchiere.
Si parla del mercato della Roma come se fosse metà agosto invece che metà giugno. E si invocano dichiarazioni di proprietari e dirigenti laddove fino a tre mesi fa si applaudivano i silenzi (come cambiano le cose in base agli umori di chi parla e di chi scrive). Da due settimane c'è uno spunto in più. Ed esiste la possibilità che lo spunto sia forzato. Friedkin che mette le mani sull'Everton. Sempre alla stessa maniera, in totale silenzio, all'improvviso per chi, praticamente tutti, non se lo aspettava. Arrivano notizie dall'Inghilterra e conferme dagli Stati Uniti e, di colpo, tutti traggono conclusioni, tutti sanno cosa scaturirà, mentre fino a un minuto prima nessuno sapeva nulla. Chi vuole cavalcare il pessimismo inzuppa il biscotto. Forse avendo ragione, ma senza pezze d'appoggio. Dando per scontato che prendere l'Everton significherà dimenticare la Roma, ridurla al rango di figliastra, nell'accezione negativa del termine. Si conta quanto spenderanno per l'Everton come se questa operazione avesse con certezza ripercussioni sulla Roma. Quando compreranno un attaccante, si faranno confronti con i soldi che saranno spesi per il centravanti della Roma. Circolo assai vizioso.
L'aria non cambia mai all'Olimpico. Parte la campagna abbonamenti, corrono in massa i tifosi della Roma. Per il resto, tra social e mezzi di comunicazione, le campane suonano quasi a morto. Chi un tempo era di indole benevola, attendista e propositiva, si fa severo. Si cambia abito con maggiore frequenza delle spose di Quattro matrimoni. Si chiedono acquisti in modo perentorio. Subito. Mentre prima si esultava per le cessioni da plusvalenza. C'è fretta. Si surfa sull'onda del pessimismo cosmico. Come se mancassero dieci minuti alla chiusura delle porte del mercato a fine agosto. Passa il tempo, cambia la gente.
In the box - @augustociardi75