In The Box 03/05/2024 13:00

Facile prendersela con De Rossi e Karsdorp

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LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Roma-Bayer non è una sciagura e non è un flop. È una presa di coscienza. È una constatazione dei fatti. Una partita vinta da chi, oggi, è più forte. È lo scudetto del Napoli sintetizzato in novanta minuti. Quando a vincere non è il più forte per valori assoluti ma chi, in quel momento, batterebbe chiunque. Perché il calcio è fatto di momenti. Non che ieri fosse scontata la vittoria degli ospiti, non è stata una vittoria annunciata e tantomeno una resa senza condizioni.

Daniele De Rossi sta spingendo la Roma oltre le sue possibilità. Il giorno dopo è troppo facile salire in cattedra e dire cosa avrebbe dovuto fare nella scelta degli uomini e della strategia. Le cause della sconfitta non stanno nella scelta dei titolari. Innanzitutto perché davanti la Roma ha avuto un Bayer a cui mancava soltanto la certificazione europea della sua grandezza. Finora, i neo campioni di Germania avevano fatto bene nelle coppe ma, dopo la vittoria netta di ieri, si può affermare che stiano facendo qualcosa di eccezionale pure oltre la Bundesliga. Vittoria netta.

Si può maledire Karsdorp, si può imprecare contro Abraham o rinnegare il cielo perché il primo gol è arrivato in una porzione di match che la Roma stava gestendo bene, ma esiste il rischio che i tedeschi possano vincere pure la partita dei rimpianti, perché con maggiore cinismo il primo tempo poteva registrare un passivo più pesante, e nella ripresa, a margine del raddoppio, le occasioni migliori le hanno avute loro. Onore al merito dell'avversario. A volte bisogna partire da qui.

Poi si può scavare. E scavando, si incontra un De Rossi che più di questo non può fare. Ha rivitalizzato la Roma. Le ha cambiato i connotati. Le ha dato un'identità che sta portando frutti che a metà gennaio erano insperati. In Italia e pure in Europa. Perché, in attesa della sfida di ritorno in casa Bayer, la squadra ha superato Feyenoord, Brighton e Milan. Scaviamo. E troveremo le prove di limiti strutturali. Non ci sono casi, congiure e misteri. Ci sono limiti. Oltre i quali, in parte, è andato De Rossi. E ci sono poi le bugie spacciate per verità. Perché oggi si tifa più per gli allenatori che per le squadre. E nel tifarli, piuttosto che supportare gli allenatori in carica, e nel fare critiche oneste, si denigrano quelli passati, oppure si difendono a dispetto dei santi e dei fatti. Mentendo spudoratamente. Quando De Rossi ha preso in mano la squadra, è scattata la corsa alla riabilitazione der patata, facendo un enorme torto al tecnico giallorosso entrante, per il gusto di rivincita verso quello uscente, al punta da magnificare le doti di chi ha costruito la squadra da dirigente. Si sono ad arte alzate le aspettative su una squadra costruita coi piedi a centrocampo. E si è proseguito lungo su questa strada senza ostacoli per un po' di tempo, perché De Rossi è stato straordinariamente bravo a spingere oltre i limiti fisici alcuni calciatori, i tredici-quattordici titolari, che da un paio di settimane hanno la spia della riserva accesa, e a mascherare le lacune tecnico tattiche di chi nel frattempo veniva spacciato come calciatore forte da quel comparto mediatico esaltato e in erezione perenne dopo il cambio di allenatore.

"Avete visto? Karsdorp non era così pippa come veniva descritto!". "Vedrete Aouar e Zalewski come si rivaluteranno adesso, e quanto sarà utile Kristensen". Il più grosso torto che si potesse fare a Daniele De Rossi è stato creare un'aspettativa fasulla sul valore effettivo di molti singoli appartenenti alla rosa. La Roma non è una squadra scarsa, è forte. Ha però delle evidenti lacune. Mascherate dalla bravura di De Rossi, laddove Mourinho negli ultimi mesi non riusciva più a farlo. Tant'è che la squadra stava sprofondando, era implosa.
Oggi è facile dire che sarebbe bastato mettere Llorente a destra al posto di Karsdorp. O che doveva partire Azmoun titolare per Lukaku. La Roma ha dei difetti di fabbrica.

De Rossi non ha responsabilità specifiche per Roma-Bayer. Se la Roma sbaglia un tempo intero a Frosinone le colpe sono ascrivibili anche all'allenatore, che non ha mai avuto problemi ad assumersi le responsabilità. Ieri va soltanto constatato che il Bayer oggi è superiore alla Roma. Xabi Alonso prese una squadra a pezzi, le ha dato un senso, poi ha abbinato le sue idee di gioco a calciatori che nel frattempo sono arrivati, grazie a scouting e intuizioni.

Ricordate quando Xhaka era un obiettivo della Roma? I soldi non c'erano perché nel frattempo erano stati spesi 30 milioni per Vina e Shomurodov. Quindi rimase Diawara. Vuoi mettere? Tutto ha un'origine. Oggi è facile prendersela con Karsdorp, o peggio ancora con De Rossi perché lo ha messo in campo. Il problema semmai sta in chi vede la Roma immaginandola come una sfida continua fra De Rossi e Mourinho. Distorsione totale della realtà. Insultiamo Karsdorp, ma se sono quasi dieci anni che sta nella Roma, il problema sta in chi è costretto a metterlo in campo o in chi negli anni non è stato in grado di cederlo o quantomeno di sostituirlo? E stendiamo velo pietoso sulla vicenda Renato Sanches. O meglio, su chi per i soliti motivi mentiva nel dire che vedeva in lui una possibilità. C'è ancora qualcuno che intende prendersela con De Rossi? Che ha riportato la Roma in zona Champions League e ha conquistato una semifinale europea? È di nuovo colpa dell'allenatore? Ancora?

In the box - @augustociardi75