In The Box 27/03/2024 12:33
Patrimoni, nodi e programmi
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Svilar, Mancini, Ndicka, Celik, Karsdorp, Paredes, Cristante, Bove, Pellegrini, Zalewski, Aouar, Baldanzi, Dybala, Abraham, Belotti, Shomurodov. È la lista di calciatori di proprietà della Roma, che al massimo nel 2024 compiranno 31 anni, che sono ancora potenzialmente spendibili sul mercato (estromessi gli "anziani" Smalling ed El Shaarawy) e che possono ancora rappresentare un patrimonio da progetto tecnico.
Togliendo dalla stessa lista i prestiti (Kristensen, Llorente, Huijsen, Angelino, Sanches, Azmoun, Lukaku), i prossimi allo svincolo (Rui Patricio, Spinazzola) e i ragazzi ancora troppo giovani per definirne i contorni della valutazione finanziaria (Pagano, Pisilli).
Il nuovo dirigente addetto al calciomercato avrà una buona base di partenza, ma dovrà portare in dote una buona dose di capacità manageriale per consegnare a fine estate a De Rossi (chi altri sennò?) una rosa competitiva. Perché De Rossi dovrà essere messo nelle migliori condizioni nel 2024-25. Il suo lavoro è già ottimo, ma confermarsi è spesso più complicato che affermarsi. E la Roma che si sta plasmando di nuovo, per l'ennesima volta, nella sua struttura societaria, ha bisogno di migliorie per un organico che da troppo tempo in classifica viaggia distante dalle primissime posizioni, nonostante col il nuovo allenatore stia lottando con meritati crediti per un posto da Champions League.
Dei calciatori sotto contratto elencati, rappresentano una certezza Svilar, l'uomo nuovo di questi mesi, Mancini, Ndicka, Paredes, Cristante e Pellegrini, più Dybala. Ci sono poi quelli di cui si potrebbe fare a meno se ci fossero acquirenti e se ci fossero i mezzi per sostituirli, da Karsdorp a Celik ad Aouar. Quindi quelli con gli asterischi. Bove, che nonostante in apparenza e nel minutaggio sembra il più penalizzato dal nuovo corso, gode della massima stima dell'allenatore, e quindi sarebbe sacrificabile soltanto per ragioni finanziarie legate alla totale plusvalenza che si otterrebbe salutandolo. Asterisco pure su Zalewski, che ieri in Nazionale ha realizzato un altro rigore decisivo. Molto defilato rispetto ai compagni di squadra, ha due mesi per riprendere la strada che esattamente due anni fa lo propose al grande calcio con l'etichetta di predestinato. Venendo dal vivaio come Bove, i proventi di una sua cessione sarebbero oro colato per le casse del club.
Baldanzi continuerà a crescere a Trigoria. Alle spalle di Dybala, a meno che l'argentino non parta per Miami, mentre le voci che sistematicamente ritornano sulla cessione del campione del mondo attraverso clausole, verso top club europei, sono esclusivamente figlie dell'ansia romanista. Che trovano terreno fertile nelle chiacchiere futili di ogni sessione di mercato. Se lo avessero voluto, i top club avrebbero preso Dybala due anni fa a parametro zero. Non lo hanno fatto. Lo ha preso la Roma nonostante il parere negativo di Pinto, che avrebbe fatto altre scelte.
Capitolo Abraham: con eccessive certezze si dà per scontato che in caso di partenza ci siano club inglesi pronti a staccare un assegno da 40 milioni. Per un calciatore reduce da un anno in infermeria? Che nella sua ultima stagione in campo aveva profondamente deluso? Almeno all'inizio i club interessati lo chiederebbero in prestito, da rinegoziare nel 2025, magari dopo il prolungamento di contratto con la Roma. Altrimenti, se non rimarrà Lukaku, Abraham sarà il Nove giallorosso titolare. Per Belotti e Shomurodov si cercheranno acquirenti. Neanche gli scienziati delle università più rinomate hanno saputo dare una spiegazione all'acquisto della punta attualmente in prestito al Cagliari. A cifre imbarazzanti.
Fra i titolari di livello, il sacrificabile di lusso sarebbe Ndicka. Prima stagione molto positiva, arrivato senza spendere un euro (ottima operazione di Pinto in questo caso), in caso di necessità rappresenterebbe la maniglia da tirare, perché porterebbe in cassa almeno 20 milioni. E poi? Parlando di prestiti, nonostante voci di mercato arricchite da tanta creatività primaverile, non è scontato, come scrivevamo qualche giorno fa, che Huijsen torni alla Juventus per restare, e neanche che vada all'Atalanta nell'operazione Koopmeiners. La Roma ha le sue chance da giocarsi. Poche. Ma esistono. A quel punto, eventualmente cedendo Ndicka, nel pacchetto dei centrali ci sarebbero Mancini, Huijsen più Llorente, da riscattare con pochi soldi, e Smalling, qualora il suo fisico rispondesse presente dopo quasi un anno ai box.
Senza avere certezze sul piazzamento in classifica, diventa inutile anche solo ipotizzare che fine farà Lukaku, mentre Azmoun rimarrà solo in caso di rinnovo del prestito. Troppo rischioso investire su di lui, a meno che il Leverkusen per disfarsene non lo dia via a prezzo stracciato. Il resto è contorno. Dal riscatto di Angelino alla restituzione al mittente di Kristensen alle voci sul possibile rinnovo di Spinazzola. I nodi da sciogliere sono altri. La Roma, se non perde pezzi in difesa, dovrà trovare il modo di prendere finalmente due terzini all'altezza, un mediano dinamico (mai più affari alla Sanches, più suicidio annunciato che scommessa, è stato folle e dilettantesco puntare su di lui, che non ha colpe). E poi i fari andranno puntati sul centro dell'attacco. Il nuovo direttore sportivo è atteso da un lavoro enorme e duro.
In the box - @augustociardi75