In The Box 07/09/2023 10:12
Risollevare la Roma, e poi decidere. Con l'idea Totti
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Non è un caso che da quando c'è Mourinho molti quotidiani nazionali dedichino alla Roma una percentuale nettamente superiore di editoriali rispetto agli anni precedenti il suo arrivo.
Parla Tiago Pinto? Il pensiero di tutti va a Mourinho, alle sue eventuali reazioni, al punto che lo stesso dirigente, prevedendo le logiche conseguenze, ha aperto la conferenza stampa precisando che nessuno avrebbe potuto speculare sulle sue parole per costruire ulteriori polemiche. Parla Tiago Pinto? Degli oltre cinquanta minuti di contraddittorio, il titolo riassuntivo più utilizzato è stato "Roma da Champions League", perché giornalisticamente questo passaggio, tutt'altro che rivoluzionario (il general manager ha affermato che di default la Champions League debba essere ogni anno in obiettivo) potrà essere messo in ogni momento sotto il naso dell'allenatore, accendendo una probabile miccia, generatrice di nuovi titoli, di nuove reazioni, di nuovi dibattiti.
Che momento sta vivendo l'allenatore della Roma? Riflette su ciò che lo circonda, non solo su questioni di campo. Fa le sue valutazioni, che sono sue, sia chiaro, condivisibili o meno. Mourinho ha soltanto una cosa in testa. Rimettere in piedi la squadra. Sa che il club ha fatto un enorme sforzo per il vero colpo della Serie A, Lukaku, che però deve ritrovare la condizione migliore, ma che già oggi rispetto ad Abraham, infortunato ma reduce da una pessima stagione, rappresenta un miglioramento clamoroso. Sa che per ragioni diverse sono andati via due titolari, Ibanez e Matic. E che al momento coloro che li devono sostituire non sono ancora in condizione. E che pure se lo fossero, non è automatico che rendano la Roma più forte in quei ruoli nell'undici titolare. Perché Llorente e Ndicka si giocano la maglia da terzo difensore per completare la linea arretrata (che rimarrà a tre nonostante le voci sul possibile ritorno a quattro, ipotesi per ora scartata dal tecnico, questione di caratteristiche dei titolari). Ma Llorente e Ndicka, così come Paredes, devono dimostrare di essere realmente superiori a Ibanez e Matic, magari accadrà, ma a oggi la vera certezza è che il plusvalore tecnico si registra in attacco con Lukaku al posto di Abraham.
L'altra certezza è l'aumento del numero delle alternative a disposizione. Mourinho pensa al campo perché c'è tanta gente che deve entrare in forma. O uscire dal tunnel. Come Renato Sanches. Al netto dell'assunzione di responsabilità di Pinto per le fortune o per il flop della mezzala, poi in campo sarà la Roma a guadagnarci o a rimetterci a seconda del apporto dell'ex enfant prodige. Quindi Pinto prenderà applausi o pernacchie in nome della sua splendida ossessione, ma la Roma dovrà fare testa o croce in un ruolo chiave a seconda dello stato di salute di un calciatore di mediana fondamentale per funzionalità. Perché mentre tutto il mondo legato alla Roma chiedeva a luglio e ad agosto uno, due, tre attaccanti, Mourinho urlava la necessità di avere una mezzala che aiutasse la squadra a cambiare volto alla manovra. Che può essere Sanches. Ma se sta bene. Quel "se sta bene" che si abbina facilmente a tanti, se non troppi, calciatori. Per i motivi che il tecnico e il general manager hanno spiegato a modo loro. Stare bene o stare al top. Perché Mourinho è consapevole che la classifica piange, ma le critiche alla sua squadra lo hanno colto di sorpresa, si aspettava meno clamore, soprattutto a inizio stagione, a causa di un'estate tribolata in termini di preparazione per Sanches e Paredes, Lukaku e Dybala, con Aouar che nel Lione da gennaio era diventato quasi un separato in casa e il campo dal primo minuto non lo vedeva più.
Mourinho nota che a lui e alla squadra non vengono concesse attenuanti, e che si discuta poco sugli aspetti da migliorare, extra campo, della vita del club. La Roma da anni negli uffici marketing ha le porte girevoli, entrano ed escono super manager con curriculum lunghi così. Due giorni fa pure Tiago Pinto con una battuta ha auspicato che, in funzione dei ricavi, possa dare una mano quel comparto, affinché la Roma non attiri sponsor soltanto quando ottiene grandi risultati sportivi. La speranza è che la romantica scritta SPQR sia presto, finalmente, sostituita da qualcuno che paghi per usare la Roma come veicolo. E invece, finora, dalla Qatar Airways si è passati negli anni soltanto alla Digitalbits, cattiva pagatrice.
Mourinho da mesi ritiene che il club abbia bisogno di una figura che integri l'attuale stato maggiore. Laddove è difficile trovare un Marotta sul mercato, anche in ambito di rappresentanza potrebbe essere utile cooptare qualcuno da pescare fra le leggende. Un grande ex calciatore. Magari per coadiuvare l'allenatore di turno (Mourinho è in scadenza) quando c'è da parlare in tv dopo partite che creano polemica. Quando c'è da perorare la causa Roma. Il nome più roboante è quello di Francesco Totti, ovviamente. Nel club c'è già Bruno Conti, coperto di affetto ogni volta che contro la Salernitana veniva inquadrato in panchina. Ci sarebbe Aldair. Insomma gente che della storia della Roma ha scritto capitoli con caratteri d'oro.
Sulla vicenda contratti in scadenza, Tiago Pinto si è mosso in scioltezza con parole di prassi, chiudendo la questione. I contratti in scadenza sono quelli del dirigente e di Mourinho. Che, come scritto e detto più volte, non è in contatto con la proprietà per intavolare discorsi sul rinnovo. Non ci sta pensando per niente, soprattutto in questi giorni di riflessione. La sua priorità è risollevare una squadra secondo lui eccessivamente criticata. Una volta ritrovata la rotta, farà le sue valutazioni, anche in corso d'opera, durante questa stessa stagione. Non minaccia dimissioni come da spifferi infondati di qualche giorno fa. Sta sommando una serie di pensieri, di riflessioni, che lo porteranno alle considerazioni finali. Tempo al tempo.
Ora il tempo per lui va dedicato esclusivamente a una squadra a cui riaccendere il motore.
In the box - Augusto Ciardi