In The Box 17/03/2023 09:59
Radical Chic Football Cub
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Il tiro di Dybala, deviato a un soffio dal palo alla sinistra del portiere della Real Sociedad, è stata la vera grande occasione del primo tempo di ieri, non volendo contare il gol giustamente annullato per fallo di mano di Smalling. Mica male per una Roma che partiva dal due a zero a proprio favore contro una squadra in piena zona Champions League nella Liga spagnola. Poi, nel secondo tempo, coi minuti che passavano e le speranze basche che si riducevano al lumicino, e con la stanchezza della Roma che via via stava perdendo pezzi (da Matic ko alla vigilia a Karsdorp preso a spallate in faccia), i gladiatori locali hanno provavano a ribellarsi al destino, finendo però esattamente come i veri gladiatori, eliminati. Quei gladiatori che in Spagna ma anche a Roma più di qualcuno dovrebbe studiare meglio, perché non basta un film di Ridley Scott per trasformarli in soldati romani che andavano a conquistare le terre e gli ori per conto degli imperatori. Ma questo è un altro discorso.
Quindici minuti di apnea indotta, a metà ripresa. Un legno, un colpo di testa fuori per un soffio, una parata di Rui Patricio. Meno di un tempo a favore della Real Sociedad a fronte di tre tempi di marca giallorossa. Qualificazione stameritata, e poco importa se non avrà coccolato papille e pupille dei membri del Radical Chic Football Club, quel circolo di esteti che a breve pretenderà che le squadre oltre a giocare a due tocchi e a ripartire dal basso, durante le partite decantino i versi del poeta vietnamita Ocean Vuong, icona letteraria della New York Bene. Si prenda atto che quel gran bel pezzo da antiquariato di Jose Mourinho, ancora una volta, coi fatti, ha raggiunto un obiettivo parziale che la mobilia ben confezionata, da mercatone, ben sponsorizzata dai media, per ora può soltanto sognare e idealizzare grazie, proprio a quella parte di opinione pubblica che, pur di contrastare i cosiddetti allenatori superati, idolatra ed elegge profeti, maestri, allievi e geni del calcio quando ancora questi devono emettere i primi vagiti.
Vitesse, Bodo, Leicester, Feyenoord, Salisburgo, Real Sociedad. Non stanno nel gotha dal calcio europeo, sono state messe in fila da una Roma che oramai da anni sa rappresentare al meglio il calcio italiano oltreconfini. Aveva iniziato Di Francesco, ha proseguito Fonseca, lo sta legittimando Mourinho. Con cui si celebra l'approdo ai quarti di Europa League e l'ingresso nella top ten del ranking Uefa. Mentre Sarri, uno dei tecnici più amati dal Radical Chic Football Club, che ha sedi sparse tra Favignana, Goa, Capalbio e Nepal, continua la sua opera di demolizione della mentalità giusta delle sue squadre. Piuttosto che contare verticalizzazioni e sovrapposizioni, anziché fare le pulci un giorno sì e l'altro pure a chi crede in un calcio pragmatico, quella fetta di opinione pubblica così rigida e intransigente dovrebbe per coerenza battersi con tutte le forze per contrastare dichiarazioni inammissibili di tecnici che fanno intendere quanto sia salvifico uscire dalle coppe europee che si giocano il giovedì. L'apoteosi della mentalità provinciale e perennemente perdente. Soprattutto se diffusa in piazze periferiche rispetto al centro storico della nobiltà continentale. La Roma di Mourinho è nei quarti di finale di Europa League. E ce ne faremo una ragione se la Real Sociedad in quattro tempi ha colpito un palo e sfiorato di spalla i confini del la porta di Rui Patricio.
In the box - @augustociardi75