In The Box 08/03/2023 18:20
Ciò che è comodo, è stupido
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Ne parlavamo da mesi. Di limiti. Comfort zone. Di comodità dell'ovvio. Mentre da decenni ci preoccupiamo dei calciatori, poverini, che devono giocare il giovedì e poi la domenica, e magari il giovedì devono giocare in Bielorussia quindi sobbarcarsi, poverini, migliaia di chilometri, lui, docente in vittorie nazionali e continentali, ha tirato via la tovaglia mandando all'aria piatti, bicchieri e tovaglioli con le macchie di sugo.
La Roma paga dazio alla comodità dei sesti posti. E ciò che è comodo ti rende stupido, calcisticamente pigro. Si chiama involuzione da limiti conclamati. O quantomeno ti impigrisce. Neanche lui è riuscito a tirare fuori questa condizione dalle menti intorpidite dei calciatori storici della Roma? Al momento, purtroppo, no. Però quantomeno è il primo a sbattere in faccia alla città questa condizione di pigrizia mentale, comodità stupida quasi involontaria, che attanaglia un ambiente che si fa scippare il portafogli delle emozioni mentre lo speaker ripete diciotto volte il nome di battesimo del goleador estemporaneo.
E poco importa se gli stessi eroi celebrati, una manciata di giorni prima si sono coperti di melma regalando punti a squadre moribonde. Si batte il nemico di sempre e torna la magnificenza. Corroborata da una mentalità storicamente perdente. Dirlo non è roba per coraggiosi. È un modello semplice da riempire per il cid dopo un tamponamento in cui tamponato e tamponatore convengono sulle responsabilità. Una constatazione dei fatti. È l'ovvio. Ma spesso l'ovvio non è comodo. Perché è più comodo, e stupido, il luogo comune. Praticato ovunque, dal bar alle redazioni, ai social. Dico solo quello che fa comodo, perché è comodo. E stupido. E poco impegnativo. Frutta l'effimero, il consenso pop. Ma è improduttivo. Perché la stupidità comoda è improduttiva. Anzi. Nociva. Tossica.
Di Mourinho non rimarrà il ricordo di colui che ha riportato un trofeo in una città che oramai, talmente disabituata alla vittoria, celebrava persino la ricorrenza del gol di tacco di Okaka su assist di Pit. Rimarrà la sua constatazione dei fatti. Feroce per quanto spietata e schietta. In questa squadra, troppi giocatori sono condizionati dalla loro collezione di sesti posti. Che li porta in pochi giorni a pagare maggiormente dazio alla discontinuità mentale piuttosto che alla stanchezza fisica. Pigrizia mentale batte stanchezza fisica.
Serviva uno come Mourinho per constatarlo? Evidentemente sì. Sperando che, individuato il "male", sappia anche produrre la cura. "Vuole parlare con Friedkin perché gli chiederà come fa sempre di spendere milioni e milioni". Idiozia. Vuole programmare la crescita. Che passa più per la programmazione delle cessioni che per quella degli acquisti, conseguenza delle cessioni. Ma anche questo verrà capito dalla massa con mesi di ritardo.
In the box - @augustociardi75