In The Box 23/08/2022 11:44
'A storia d'a Roma
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - A guardarlo in tribuna autorità uno lo immagina, con lo zero a zero che inizia a fare paura e con la rabbia per l'infortunio di Zaniolo che segue quello di Wijnaldum, intento a rimuginare sulla storia della Roma, sulla storia di sfighe che fa partorire luoghi comuni piacioni, di quelli che si tramandano di generazione in generazione, quando conti più interventi chirurgici in una stagione che trofei vinti in una storia quasi centenaria. Vedi Daniel Friedkin in tribuna autorità e ti viene da dargli una pacca sulla spalla "a presidè, fattene 'na ragione, è 'a storia d'a Roma". Fortunatamente lui, il presidente, viene da un'altra galassia. Fortunatamente, ha già dato vita a un confronto con il direttore generale e con l'allenatore, durante il quale ha acconsentito a due nuovi sacrifici economici laddove esistesse la possibilità di rafforzare ulteriormente una squadra che ha già vinto il titolo di campione estivo di sfortuna, ma non sta lì a piangersi addosso.
Perché preso atto dei problemi, c'è chi ci ricama autocommiserandosi, e chi reagisce. La Roma di Friedkin reagisce, senza bisogno di dire a nuora affinché suocera intenda. Perché fra le leggende metropolitane romanesche c'è pure quella sull'allenatore che usa le sostituzioni per far capire che in panchina non ha nessuno, o che sfrutta le conferenze stampa per lanciare i segnali. Ve li immaginate? Mourinho, Tiago Pinto e Friedkin che dividono quasi quotidianamente gli stessi metri quadrati costretti a comunicare tra loro attraverso i microfoni o i messaggi subliminali. Forse partoriamo simili fantasie perché siamo abituati, da perfetti alienati, a stare al tavolo dello spritz in quattro con quattro capocce chine sui cellulari. Non condivido io, perché dovrebbero condividere loro che maneggiano centinaia di milioni di euro? Se voglio dire a X che mi sta sul cazzo, non metto il like alla sua foto o gli tolgo il follow, perché dovrei dirglielo in faccia? Oramai siamo questo e pensiamo che il mondo funzioni così. Anche il mondo dei super imprenditori.
Poi arriva il capo del reparto tecnico, l'allenatore, e senza indugi parla di proprietà e dirigenza arrivate in soccorso della squadra cercando di capire il da farsi, che col mercato aperto significa comprare un attaccante e un centrocampista, se possibile. E allora, mentre una parte di Roma si addormentava insultando Felix e si svegliava ridicolizzata da Mourinho, la Roma che conta progettava il piano di emergenza. Perché il cielo lo rinnegava Massimo Ranieri cantando Perdere l'amore. Un presidente ambizioso, che vince un trofeo, raggiunge l'accordo con l'Adidas, fa le cose per bene per lo stadio, mette fra i dieci e i venti milioni di euro al mese nelle casse del club, compra Matic, Dybala e Wijnaldum, non si gode la gloria e non si piange addosso. Guarda avanti. C'è da certificare un nuovo rischio d'impresa? Si può fare? Si-può-fa-re! Facciamolo. Famolo. Strano? No. Per loro non è strano. Ê strano per noi che perdiamo tempo a maledire 'a storia d'a Roma. Lui, il presidente, sta qua per cambiarla.
In the box - @augustociardi75