In The Box 03/06/2022 14:52
Parliamo di Isco
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Premesse. Quattro giorni fa, fra Twitter e laroma24.it, iniziamo a parlarne con cognizione di causa. Isco (Francisco, quello dei nove anni al Real Madrid) piace a chi di dovere. E già questa dovrebbe essere una garanzia.
Si è svincolato dal Real, e nel gioco delle parti ovviamente i suoi rappresentanti hanno fatto mezzo giro del continente pronunciando il suo nome. Un classico.
Poi c'è l'affaire Mkhitaryan, perché il possibile arrivo di Isco "dipende dagli incastri". O meglio, dall'incastro. La Roma, che giochi con la difesa a tre o a quattro, davanti schiera una punta, con due o tre calciatori a supporto. Quindi, se esce l'armeno, rimarrebbero Pellegrini e Zaniolo. Servirebbe un altro trequartista-mezzapunta-ala.
Perché Isco? Perché certi calciatori al top della carriera sono irraggiungibili, per logica, costo di cartellino, di ingaggio. Se vengono da un biennio di buio, se si liberano a parametro zero, se sono calcisticamente vivi e vedono in una realtà in ascesa uno stimolo per la seconda vita, diventano occasioni quantomeno da valutare. Con lui si sfrutterebbe il decreto crescita, quindi chi lo porta in Italia non si dissanguerebbe con le tasse.
Torniamo alla prima premessa. Piace a chi di dovere. Perché Isco è un vincente come l'allenatore della Roma. Altro dettaglio: la società che ne cura i diritti rende preferenziale la corsia con un club che ha Mourinho in panchina. Tiriamo le somme? Sembrerebbe scontato, fra premesse e considerazioni, che se Mkhitaryan andasse all'Inter verrebbe sostituito da Isco. Ma così scontato non è, perché lo spagnolo prima di pensare all'avventura all'estero, vorrebbe vagliare possibilità offerte da club della Liga, e per lui si stanno muovendo Siviglia e Valencia.
Controindicazioni? I due anni di buio. Isco sta bene fisicamente, non è Pastore, che arrivò da pensionato, pieno di acciacchi, satollo, che fu pagato un prezzo da scomunica (24,5 milioni), gli fu concesso uno stipendio da manicomio (4,5 milioni a stagione), e secondo le idee folli dell'allenatore doveva giocare da mezzala nel centrocampo a tre. Una bestemmia. La peggiore operazione della Roma degli ultimi trenta anni. Isco è un'altra cosa, con la controindicazione delle ultime due stagioni che lo hanno visto afflosciarsi, forse perché il Real lanciava in orbita i baby boom Vinicius e Rodrygo. Lui che era stato a sua volta spedito nello spazio dei top player da Zidane, che diede lustro a Isco e rilanciò Casemiro quando nessuno credeva più nel brasiliano. Non parliamo dell'anteguerra, ma di cinque anni fa, e fino a due anni fa lo spagnolo era "vivo".
Isco non è Pastore e neanche un'operazione alla Adriano. Corri il rischio di impresa perché va spolverato e oleato, ma proprio per questi motivi diventa alla portata di club che mai avrebbero potuto pensare a lui. La Juventus ci provò quattro anni fa, era un pallino di Allegri, ma all'epoca neanche i bianconeri potevano permettersi di spendere quello che chiedeva il Real Madrid. Oggi lo scenario è diverso. E al di là di dove giocherà, Isco diventa una possibilità. Soprattutto perché piace a chi di dovere.
In the box - @augustociardi75