In The Box 07/02/2022 12:47

Fenomeni fake, fasti, fastidi e Forest

itb ci

LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Nottingham Forest-Leicester 4 a 1. La storica nobile decaduta del calcio inglese vola agli ottavi di finale in FA Cup dopo il secondo omicidio eccellente, dopo quello consumato eliminando l' nel turno precedente. Ora la strada verso i quarti è ostacolata dall'Huddesfield, stessa categoria, la Championship, la Serie B inglese. Poi eventualmente l'Everton. Ma andiamo con ordine. Cosa c'entra il Forest con questa rubrica? Apparentemente nulla. Sforziamoci un po'. Passiamo il tempo a contare ore, giorni, mesi e anni senza trofei. Viviamo una realtà parallela che, molto spesso a ragione e a volte senza motivo, rende la Roma una squadra che gioca un campionato a parte, quello delle recriminazioni, per colpa degli arbitri e di una immaturità che non la fa trovare quasi mai presente all'appello giusto. E allora sarebbe opportuno concentrare le attenzioni sui match che ti cambiano la vita.

Città a volte noiosa, Roma. Città banale, la Roma anche quando si riversa sui social. Giochi di ruolo. E non c'entrano nulla i tifosi. Basta scrivere qualcosa che si presume sia forte, che si crede sia coraggiosa, per attirare consensi o la shitstorm che fa parlare di sé. Illusione di visibilità. Non serve essere cuor di leone, ci riuscirebbe un bambino. Basta attendere la fine della partita e decidere che ruolo interpretare. Persino i sociologi hanno smesso di studiare da anni questa fenomenologia. Non c'è più nulla da aggiungere, nessun mondo da scoprire attraverso letture o simposi. Tutto troppo banale. Tutto molto scontato. Tutto malinconicamente effimero. Ad alimentare lo spinoff del calcio. Meglio pensare al Nottingham Forest perché domani torna la Coppa Italia, e la Roma che fa notizia più fuori che dentro il campo, nonostante la prova scialba contro una delle squadre più scarse della Serie A, ha una grande opportunità, stavolta contro la squadra più forte della Serie A.

Perché l' inizia ad avere qualche pensiero. La sconfitta nel derby, il Milan e il che accorciano, l'imminente trasferta proprio nella tana dell'ex . La Roma cosa ha? La trasferta a Reggio Emilia contro il devastato dalla modesta Sampdoria? Sì, certo, come no. Per un campionato che al momento si limita a un testa a testa triste per la supremazia cittadina. Quindi, la Coppa Italia. Quella cazzo di coppa Italia (scrivo la maleducata parola forte del fatto che Abisso non ci leggerà e non potrà quindi espellermi) che nessuno vuole finché non la vince. Quella della finale del 2013, quella delle umiliazioni peggiori, contro Spezia, Torino, e ancora Spezia, senza se e senza ma, perché le figuracce le confezionavano calciatori noti, forti e amati come , , , , , e calciatori molto meno noti, forti e amati, perché la presunzione e l'inesistente aderenza alla realtà spingeva per esempio a mandare in campo le riserve durante una di queste tragicomiche esibizioni.

Urge cambiare marcia, diventare protagonisti in campo. La Roma è piccolina a livello politico. Sì, grazie, lo si era immaginato spesso in questi decenni. Solo che se lo dice Mourinho fa un effetto diverso, perché nessuno oserebbe controbattere che la sua è una semplice constatazione dei fatti. Chi lo pensa e lo dice e lo scrive da anni passa per eretico. Che scherzi? Roma è la luce! Roma è il ponentino, i fori, l'impero! Quella serie di cazzate (che nessuno giri questo link ad Abisso) che nel calcio conta infinitamente meno dello skyline di Manchester fatto di ciminiere fumanti. E allora rimboccarsi le maniche e iniziare a far parlare di sé finalmente dentro al campo servirebbe per cambiare in parte una storia quasi centenaria fatta troppe volte di chiacchiere. Ricominciando a considerare la Coppa Italia non un intralcio.

Sperando che dopo più di un decennio ci siano dirigenti e allenatore che non ammorbidiscano il cervello dei calciatori trasmettendo loro il nulla in termini di senso del dovere nei confronti di questa competizione. Guardiamo la Coppa d'Inghilterra come fosse un romanzo portato al cinema con maestria. Poi quando dobbiamo noi girare il film della Coppa Italia, sembriamo Alvaro Vitali che prova a imitare Antony Hopkins. Speriamo che il più esperto di tutti in vittorie spazzi via titoli su Zaniolo, fenomeni da social, mitomani a caccia di popolarità, presunti capirivolta o sedicenti bastian contrari, stantie polemiche su una Roma che non può continuare a fare la protagonista soltanto prima e dopo le partite. E che deve tornare a considerare la Coppa Italia un trampolino di lancio, un motivo di vanto, l'occasione per i fasti, e non un ostacolo.

In the box - @augustociardi75

Clicky