In The Box 12/06/2021 18:17
Conosci il nemico
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Grande curiosità e giustificato fervore per la campagna acquisti della prima Roma di Mourinho, ma le altre come stanno? Come si organizzano? Quali prospettive di crescita o timori di ridimensionamento faranno registrare? Aleggia la sensazione che il campionato 2021-22 possa finalmente essere caratterizzato da un equilibrio che pure quest'anno è stato rotto da chi poi ha vinto lo scudetto.
Stavolta è toccato all'Inter fare il vuoto, spezzando l'egemonia della Juventus durata nove anni. L'Inter che nel girone di ritorno ha cambiato marcia salutando la compagnia, a cominciare dal Milan, fiero avversario per mezzo campionato, alla fine arrivato secondo ma addirittura dopo avere rischiato di uscire dalla zona Champions League. Già, l'Inter. A scoppio ritardato i grandi media si sono accorti di una crisi che bussava insistentemente alle porte di Milano. Nonostante ciò, gli stessi grandi media nazionali indorano la pillola ai tifosi che nel 2021 però sono tutt'altro che sprovveduti. Se passi da Conte a Inzaghi, se stai per perdere Hakimi, ossia probabilmente il miglior esterno destro al mondo, se il governo cinese impone un taglio drastico agli onerosi impegni considerati superflui, devi guardare in faccia la realtà: l'Inter manterrà lo stesso un organico di livello, ma farà meno paura. In entrata si parla tanto di Kostic, buonissimo esterno sinistro della Bundesliga, e poi si viaggia con le associazioni di idee, con Inzaghi a fungere da sirena per laziali con la valigia, tipo Caicedo.
Il Milan camminerà sulla strada tracciata un anno fa. Innesti di calciatori giovani con un paio di eccezioni votate all'esperienza. Urge una punta, Ibrahimovic non è eterno, nonostante l'ennesimo rinnovo che fa discutere. Giroud sarebbe probabilmente l'unico arrivo di grido, capofila di acquisti di calciatori da inserire con logica, per un Milan che punterà alla conferma del posto in Champions League, candidato al ruolo di eventuale sorpresa per la vetta, un po' come nella passata stagione.
L'Atalanta guai a cui continua a considerarla rivelazione. Realtà considerata. Tre qualificazioni in Champions League consecutive, Gomez e Ilicic praticamente il passato che lascia spazio al presente, Malinovski e Pessina, strizzando già l'occhio al futuro, Miranchuk e, forse, Koopmeiners. Non ci si chiede più se l'Atalanta sia in grado di puntare alla zona Champions League ma se sia in corsa per vincere lo scudetto. Che la Juventus vuole riportare a Torino come ha riportato Allegri all'ovile.
Il flop del biennio è stato Paratici, che ha perso la scommessa della rivoluzione tattica pagando in prima persona. Non è automatico che Allegri torni con il suo sesto scudetto. Il centrocampo attuale della Juventus per assemblaggio è simile a quello che Monchi e Di Francesco pensarono per la Roma nel 2018: osceno. E poi il nodo Cristiano Ronaldo. Rimarrà? Con quali motivazioni? Partirà? Chi al suo posto? Morata e Dybala, talenti puri, nell'ultima stagione hanno dato seguito al detto rivisitato "potrei ma non voglio". Inoltre pure la Juventus fa i conti coi conti, non è automatico apportare correttivi che ripristinino la dittatura sabauda.
Il Napoli fa i fari, come la Roma. Come la Roma ha fatto flop negli ultimi due anni in chiave Europa 1. Si riparte da Spalletti, il meglio che De Laurentiis potesse permettersi. Con un terzino alla Emerson Palmieri, un mediano di caratura internazionale e un centrale di difesa, perché uno fra Koulibaly e Manolas può partire, se ne possono vedere delle belle. La Lazio dovrà votarsi a Sarri, l'unico che può rivitalizzare un gruppo giunto al capolinea dopo avere ottenuto il massimo, oppure varare la rivoluzione, ma dovrà avere carta bianca per fare tabula rasa: se prendi Sarri, gli affidi le chiavi di casa. Se lo tratti da ospite e imponi la tua presenza da padrone, è inutile ospitarlo perché perderai tempo.
In the box - @augustociardi75