In The Box 22/01/2021 13:58
Sipario
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Inizia il campionato, pronti via destinazione Verona, senza lo straccio di un attaccante. Caldo tipico di un'estate atipica, poca preparazione atletica, poca benzina nel serbatoio, il calcio sembra ancora un accessorio superfluo perché qualcuno già parla di nuova ondata di Covid,siamo distratti dal trash nazionale, non abbiamo ancora finito di discutere sulla ripartura delle discoteche che i politici accusano i cittadini di essersi comportati in modo poco responsabile durante le vacanze, e i cittadini replicano che i politici scaricano le responsabilità dei loro errori, a breve ripartono le scuole e si litiga in Parlamento sui banchi con le rotelle. Finisce zero a zero, anzi no, finisce tre a zero, a tavolino, per il Verona.
Esordio col botto, chi doveva aggiungere Diawara in quella dannata lista? Saluta Longo, amen, può capitare (non deve capitare), semmai si farà ricorso. La Roma inserisce la marcia giusta. Vince e Fonseca è in bilico, pareggia e Fonseca è a rischio. Si stanzia in zona Champions League, pure quando si cade rovinosamente a Napoli e poi a Bergamo. Fonseca sempre a rischio rimane, questo "trapela" da Trigoria, non dalla voce dei Friedkin, impassibili. Presenti ma silenziosi. Finché le cose vanno bene si esaltano le loro mascherine col vecchio stemma, le trasferte con la squadra, la presenza costante in tribuna autorità. Finalmente! si esclama, altro che Pallotta!
Quando sei supportato da risultati positivi, è tutto bello, pure i dettagli. Pure i critici più ostili sono pronti a invertire rotta, la Roma corricchia, poi corre, piace, è tosta continuare a pensare (sperare) che Fonseca sia a rischio. Fosse che fosse che il dopo feste ripresenti la solita crisi e le solite polemiche? Macché, si vince contro la Sampdoria, si liquida il Crotone, poi testa a testa con la super Inter senza sfigurare, persino con recriminazioni. La Roma c'è, Fonseca pure. Non ci sono più i fantasmi di Allegri e Sarri, Mazzarri e De Rossi, invocati a giorni alterni da metà agosto. Anzi, bi-so-gna rin-no-var-gli il con-trat-to! Hai visto mai che si accorga di lui il Real Madrid?
Ecco il derby, poi la Coppa Italia. La Roma merita persino le prime pagine, non è più necessario cercare news su Trigoria nei trafiletti incastrati sulla pagina dei programmi televisivi, fra l'oroscopo e le pubblicità per le pasticche contro la prostatite. La Roma c'è, e ha pure un allenatore. Nel frattempo, ci si dimentica di scendere in campo contro la Lazio, e poi ci si dimentica pure del regolamento sulle sostituzioni. Caporetto contro Simone Inzaghi, ennesimo vergognoso flop in Coppa Italia, che diventa umiliante perché fa il giro del mondo la notizia sui sei cambi. Cose mai viste.
Saltano due dirigenti, uno fa il team manager. Chi sbaglia paga, impietoso ma realistico, ma a Trigoria, nel frattempo, in pieno psicodramma, si monta il palco del teatro dell'assurdo. Endorsement da libro cuore. Pau Lopez saluta Gianluca Gombar sui social, ci sta. Poi a quarantotto ore dalla sfida bis allo Spezia, l'unica cosa che filtra è il confronto calciatori-Fonseca. Tutti dalla parte del team manager, si muovono i cosiddetti senatori: riterrebbero ingiusto che a pagare sia stata una persona laddove hanno sbagliato in tanti. Che bel clima, che bel modo di reagire. Che bel modo di fare filtrare ciò che andrebbe segretato fra le quattro mura di un centro sportivo. Mura evidentemente marce. Il tutto al termine di dieci giorni da incubo per una società fra l'altro quotata in Borsa, che per indotto al contrario perde la faccia, l'immagine e di conseguenza rischia di rimetterci quattrini per colpa di una figuraccia di proporzioni bibliche.
L'unica cosa che smuove l'aria viziata è la vicenda team manager. E il ritorno delle voci su Allegri, Sarri e Mazzarri. Esonero di Fonseca e team manager. Non perché ci sia un'attenzione morbosa che sfocia nelle cronache condite dalla fantasia. Ma perché a Trigoria torna in auge la pessima abitudine di far filtrare ciò che, per decoro, decenza e opportunità, andrebbe silenziato se proprio non si riesce a evitare. In silenzio rimangono invece i dirigenti, italiani e stranieri. E la malizia fa pensare che le dinamiche da condominio siano tornate di moda. La Roma sistematicamente si spaccia per azienda di profilo internazionale mentre la realtà la inchioda a un provincialismo da cortile popolato da comari. Ai tweet inopportuni e pieni zeppi di parolacce di Pallotta si sono sostituite le maschere silenti del nuovo proprietario. Ma la sostanza non cambia. Continua a essere imbarazzante l'assenza di tempismo, quindi di interventismo. E per l'ennesima volta, l'emorragia di "notizie che trapelano" non viene tamponata con dichiarazioni di padroni e delegati. Permettendo a chiunque di interpretare a piacimento una commedia dell'assurdo di cui tutti temono di conoscere il finale.
In the box - @augustociardi75