In The Box 21/11/2020 13:03

Roma ha perso la bussola

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LR24 (AUGUSTO CIARDI) - C'era una volta un presidente e un segretario...e vissero tutti felici e contenti. Già, fino a quaranta anni fa, per fare un organigramma, bastava un manipolo di persone. Perché il bastone del comando era nelle mani del proprietario del club, che aveva bisogno di pochi fidati collaboratori. Era un calcio diverso, casereccio, poi con Italo Allodi nacque la figura del direttore sportivo, all'epoca dell' di Angelo Moratti, e da lì si sono bruciate le tappe, le società di calcio oggi si strutturano come multinazionali. E la caccia ai nomi, soprattutto quando c'è da rifare un organigramma, diventa spasmodica, a maggior ragione quando non si conosce il modo di lavorare della nuova proprietà. Non ci sono più zone di comfort. Non si sa da dove partire e dove si arriverà, il navigatore va in tilt. Amburgo, Lipsia, Lille con residenza a Montecarlo, Liverpool sponda Everton, Pireo e : il vano giro d'Europa in ottanta giorni, prima di scoprire che la città giusta era quella coperta, Lisbona, dove la Roma ha scelto il suo general manager area football. Già, che poi sarà o direttore sportivo? I giornali si dividono pure dopo l'annuncio del club. C'è da chiudere il cerchio: arriva un dirigente, Tiago Pinto, che ha fatto l'amministrativo nel settore organizzativo per una polisportiva, poi negli ultimi tempi anche dirigente di campo in area calcistica; la Roma ha già un amministrativo, Guido Fienga, prestato al campo ma, per sua stessa ammissione, non esperto di calcio, quindi? Si pesteranno i piedi? Sarà il preludio dell'ingaggio un direttore sportivo o verrà mantenuto in quel ruolo ? Ma non doveva andare all'Ascoli salvo poi restare solo per questione di firme sui contratti sotto mercato? E lo scouting? E i legami coi supermanager? Prevarrà Fienga con Raiola o Tiago Pinto con Mendes? Chi lo deciderà? Charles Gould dagli Usa col gli algoritmi? Roma si perde in labirinto virtuale, perché, in fondo, questo è soltanto un rompicapo social-mediatico. Tifosi, e , addetti ai lavori, tutti in lizza per svelare i misteri, senza indizi, senza precedenti, metodi collaudati e fonti fidate diventano anacronistici. Spiazzante. Friedkin, meglio chiarirlo, non fa dispetti agli organi di informazione o ai tifosi nascondendo le carte. Lavora a modo suo, in modo diverso dal passato. Non ci sono spifferi, non c'è bisogno della cassa di risonanza: un comunicato stampa dopo avere acquistato il club; un comunicato stampa dopo avere ingaggiato il . Fateci caso, a tanta fervente attesa, segue una secchiata d'acqua gelata nei modi minimal di chiudere il cerchio. Andiamo in inutile apnea per capire chi abbia partecipato al casting, e all'improvviso abbiamo un dirigente che nessuno aveva mai nominato, che arriva da un club che nessuno aveva ispezionato. Ci si chiede per mesi chi è che funge da nuovo Franco Baldini, se sarà ancora lui o un agente-consulente a indicare la via ai proprietari, ci si chiede se le dritte arriveranno da Fienga coadiuvato dai suoi consulenti, e poi arriva l'uno-due: si scopre che Roma si affida a una società americana specializzata, con un database sterminato che analizza e seleziona profili, e una manciata di ore dopo stiamo tutti a cercare su Google immagini le foto di Pinto. Bisognerà prendere le misure al modo di lavorare della nuova Roma, senza sentirsi spaesati, indispettiti, offesi fino a credersi feriti nell'onore, se i primi a dare la notizia saranno i comunicati stampa del club stesso. Anzi, questa nuova era deve essere uno stimolo. Una caccia al tesoro a cui prendere le misure, di cui capire la logica di concepimento. Molto meglio di quando gli allenatori due giorni prima della partita spifferano a destra e a manca i nomi dei titolari, no?

In the box - @augustociardi75