In The Box 26/02/2020 20:26

Che dura la vita da bomber

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LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Ti chiami Edin Dzeko, vai per i trentaquattro, hai agganciato Montella per numero di gol fatti con la Roma, 102, coppe comprese. Qualcuno ancora ti critica, ma sei in buona compagnia, ogni grande calciatore che si rispetti ha i suoi haters. Nella Roma sei fondamentale, non solo per i gol, perché da quasi cinque anni il gioco offensivo gira attorno a te, ogni pallone passa per i tuoi piedi, tutti gli schemi si sviluppano attraverso i tuoi movimenti. Ma anche di più. Sei indispensabile perché non hai un alter ego, lo dice la storia delle ultime stagioni. Non è facile trovarti un sostituto, è complicato cercare una riserva che trovi il consenso quando devi tirare il fiato e che soprattutto convinca l’allenatore a concederti un briciolo di riposo o non lo renda nervoso se devi scontare un turno di squalifica. La Roma non naviga nell’oro, eppure immaginando un futuro avvicendamento due anni fa ha investito oltre 40 milioni di euro su Schick. Sappiamo come sia finita. Poi ha tentato la strada dell’usato…insicuro. Puntando sul rilancio di Nikola Kalinic, che da tre anni sembra avere perso la memoria calcistica, lontano parente della punta moderna che faceva innamorate gli allenatori al punto che Spalletti, il 2 marzo 2016, alla vigilia di Roma-Fiorentina, in conferenza stampa, lo prese come esempio per i movimenti che in area avrebbe dovuto fare Dzeko, all’epoca caduto in disgrazia, riserva del tridente leggero composto da Salah, El Shaarawy, Perotti. Kalinic non rende, gioca poco, quasi mai, e se gioca non incide. Zero gol, pochissimi tiri in porta, pochissime occasioni per smentire chi, praticamente tutti, ritiene che a fine stagione tornerà all’Atletico Madrid, che lo prese dal Milan, che lo prese dalla Fiorentina. Impietoso il confronto coi bomber di scorta delle altre squadre. Higuain, Caicedo, Muriel, Milik e persino Llorente, quasi oggetto misterioso del Napoli. Addirittura Alexis Sanchez nelle sole otto partite giocate ha timbrato il cartellino, una volta. Higuain 5 gol, Caicedo 8, Muriel 12, Milik 9, Llorente 3. Gente in grado di affiancare o sostituire Cristiano Ronaldo e Dybala, Lukaku e Zapata, Immobile e Mertens. Il trend di Kalinic indusse Fonseca a schierare Zaniolo punta centrale quando Dzeko finisce a letto con la febbre a poche ore da Inter-Roma. E fece pregare i tifosi giallorossi che a Parma e a Torino, Coppa Italia, a fare i gol ci pensassero Pellegrini e compagni, perché le rare occasioni in cui Kalinic ha sostituito il bosniaco, si sono trasformate in buchi nell’acqua.

Affiancare e poi sostituire Dzeko sarà la vera impresa della Roma. Poco più di 15 milioni spesi nel 2015 per il migliore acquisto in rapporto qualità/prezzo del decennio. Più di Alisson e Marquinhos, perché rimasero pochissimo. Della grandezza di Dzeko se ne renderanno conto anche gli haters quando Dzeko lascerà la Roma. Quando non sarà più scontato che al centro del mondo Roma, in attacco, ci sia lui.

In the box - @augustociardi