In The Box 14/01/2020 21:01

Il bivio

157DD93F-1871-4A06-8A98-7200B7CEA565

LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Esiste un dato di fatto inconfutabile. La Roma è sotto tiro, della negatività e della sfortuna, non serve un chiaroveggente per attestarlo. Almeno cinque giocatori fuori causa a partita, madornali errori arbitrali a condizionare i risultati, il suo giocatore più forte in rosa, Zaniolo, col ginocchio rotto, dopo uno slalom speciale col pallone inchiodato al piede, la forza nelle gambe e la voglia di ribellarsi a una partita che sembrava segnata dopo dieci minuti. Proprio da quelle gambe, da quella gamba, da quel ginocchio, è stato tradito. In bocca al lupo al ragazzo.
Esiste un altro dato inconfutabile. Non c’è tempo per recriminare, per sacramentare, per urlare in faccia al destino tutto lo sdegno del mondo. Giovedì la Roma gioca in Coppa Italia. A Parma. Di sera. Senza mezza squadra. Mancherà anche Dzeko, per squalifica. Poi di nuovo campionato, contro il disperato Genoa, senza terzini, squalificati. La Roma che deve fare i conti con l’Atalanta che è tornata a essere la squadra migliore del campionato, assieme alla Lazio, che nel frattempo ha preso il largo in classifica.

Roma-Juventus ha certificato che i bianconeri si possono affrontare senza timori reverenziali. Quindi la Roma dovrà riflettere sulle cause che l’hanno portata a consegnarsi a Ronaldo e compagni per almeno venticinque minuti, vissuti da sparring partner, con errori di ogni genere e natura, tecnici e tattici. Poi, la reazione fisiologica e gli evidenti problemi di tenuta dei campioni d’Italia nella stagione per loro più strana del decennio, hanno creato i presupposti per una mezza rimonta. Che fare? Piangersi addosso oppure organizzarsi? Magari sfruttando il vituperato mercato invernale che dopo il kappao di Zaniolo diventa quasi necessario? Giovedì giocherà Kalinic, non c’è alternativa: un giorno capiremo perché nella capitale sembra sia vietato avere più di due punte centrali in rosa. Ma giovedì, giusto ripeterlo, si gioca al Tardini. Non ad Anfield. Poi al Ferraris e non al Bernabeu. Quindi di nuovo all’Olimpico contro la Lazio. Forte, ma non è il Barcellona. Insomma, non c’è tempo per dedicarsi al cilicio o per ripetere come un’ammorbante cantilena i nomi degli assenti: Zaniolo, Mkhitaryan, Kluivert, Zappacosta, Santon, Pastore, sperando di non avere dimenticato nessuno. E di non dovere aggiornare il file.
In qualche modo bisogna reagire, guai se a Trigoria ci si rassegnasse all’infame destino. Perché saremmo in un vicolo cieco. La squadra deve gestire meglio le responsabilità. Dzeko, Pellegrini, Kolarov, i calciatori più in vista, per non dire i superstiti, devono dare segnali diversi dall'incostanza di rendimento che ha caratterizzato parte della loro stagione. Come si può chiudere da protagonisti il 2019 e poi aprire da comparse il 2020? Le risposte le darà campo. Che gennaio sarebbe stato decisivo lo attestò il calendario varato sei mesi fa, nessuno può sorprendersi se in queste settimane ci si gioca gran parte della stagione.

In the box - @augustociardi