In The Box 24/12/2019 17:56
Mezzo stadio
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Mezzo stadio vuoto. O pieno. A seconda dei punti di vista. Nell'ultimo decennio la media spettatori, quando la Roma gioca in casa, non ha mai toccato quota 41 mila. Dieci anni, due generazioni, due proprietà diverse, diversi allenatori, con due ritorni, calciatori diversi, con e senza i più amati, Totti e De Rossi, all’apice sportivo nella stagione dello scudetto sfiorato con Ranieri, o nelle stagioni più nefaste in campionato, tipo quella passata. La sostanza non cambia. Stadio mezzo vuoto. O mezzo pieno. I picchi: stagione 2009-2010, sugli spalti una media di 40975 spettatori; 2013-14, 40910 spettatori. La folle rimonta, sfumata in extremis, sull’Inter, e la rinascita della Roma allenata da Garcia, l’anno delle dieci vittorie consecutive, del ritrovato entusiasmo. Come a dire: i risultati positivi spingono la gente a frequentare l'Olimpico, ma fino a un certo punto. Perché la media spettatori non è clamorosamente più alta rispetto a quella di campionati da dimenticare. Anzi. Nel 2012-2013, con Zeman (e Andreazzoli), gli spettatori furono 40179, spiegabile non con i risultati ma, in parte, con l'euforia che rifioriva fra gli amanti del il tecnico ceco. Sono le uniche tre stagioni sopra le 40 mila presenze medie.
Quali cause contribuiscono a questa affluenza? Risposta multipla: caro prezzi, unito a uno stadio che offre una pessima visuale; servizi scadenti, a cominciare dai bagni; questione parcheggio, che costringe gli avventori a trovare posto a piazzale Clodio; file infinite per controlli, filtraggio, tornelli e gate di ingresso spesso ridotti nel numero; rapporti via via deteriorati con Pallotta; cessione di calciatori amati; addio di Totti e De Rossi; assenza di trofei vinti; pigrizia che induce a vedere in TV, a casa, le partite. Tante risposte, motivazioni più o meno verosimili. A cui aggiungere il passare del tempo. Esistono generazioni che non sanno cosa sia Tutto il calcio minuto per minuto, che non hanno vissuto la gioia del secondo tempo di una partita della Serie A, non in diretta, visibile alle ore diciannove della domenica, su Rai Due. Generazioni cresciute con la tv satellitare, con la possibilità di vedere ogni partita di ogni campionato di ogni continente, a ogni ora. Passa il tempo, cambia la gente, si fanno i conti con le emozioni. La Roma ha sostenuto i diritti dei tifosi, facendo sentire la loro voce quando la tessera del tifoso iniziava a delimitare i confini delle trasferte; la Roma ha combattuto al fianco dei tifosi quando c'era da buttare giù le barriere alzate in Curva Sud. Ma la Roma per molti è anche quella del presidente del fucking idiots, e quindi a quel presidente i soldi non li danno per principio. La Curva Sud è lo zoccolo duro. Nel 2016-17, campionato degli spalti disertati causa barriere, ci si abbonava e non si entrava. Ma gli abbonati erano comunque conteggiati. Eppure si registrò la quota più bassa: 32600 presenze medie. Spiegazione possibile? Per solidarietà i paganti diminuivano, partita dopo partita, nonostante la Roma di Spalletti, ultima Roma di Totti, viaggiasse verso il record di punti in campionato. Nell’ultima stagione, si è toccata quota 38600, al momento, campionato in corso, la media è leggermente superiore ai 36000 spettatori. Dieci campionati, 38180 spettatori di media, circa la metà della capienza dello stadio Olimpico. Ognuno libero di giudicarlo mezzo pieno o mezzo vuoto. Il 2020, all'Olimpico, inizierà sotto il segno delle torinesi. Granata e bianconeri. La Roma di Fonseca corre, le avversarie in comune hanno solo la città piemontese. Ci sarà più gente, molta più gente, contro la Juventus. Che in chiave discussioni sul numero di spettatori farà aggiungere un elemento, quello dei tifosi occasionali che scelgono le partite a cui assistere. Manco fosse un reato.
In the box - @augustociardi