In The Box 16/09/2019 20:27
E mo?
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Premessa: siamo alla terza giornata. Un primo tempo supersonico, agevolato da un avversario che aveva il mordente delle squadra giovanile dell'Ajax in Eerste Divisie olandese (la loro Serie B), dove i giovani fanno palestra non prestando attenzione al risultato perché la classifica è un optional, non deve portare nessuno a festeggiare al Circo Massimo. Ma la Roma si sta plasmando. Sta prendendo forma. Con difetti da correggere il prima possibile, ovviamente in fase difensiva. Con la questione infortuni da risolvere, perché a ogni ruzzolone in campo di un romanista si sgranano rosai col cuore in affanno. Ma con la netta sensazione che ci siano le basi per una stagione tutt’altro che anonima. Anche perché, Inter a parte, trascinata da un Sensi che si è preso la scena in modo esagerato, le altre non brillano. Dal derby a ieri, sembrava che la Roma dovesse essere doppiata dalla Lazio. Lodata, elogiata, magnificata. Poi arrivano i gol di Petagna e Kurtic, e l’euforia mediatica torna nel recinto del realismo. E quindi? Poi c'è il Milan. Seconda vittoria consecutiva, ma gli spettatori più attenti non si saranno fermati al risultato finale. A Verona, la fatica erculea nel superare un avversario ingiustamente in dieci per settanta minuti, deve fare riflettere. Soprattutto per la gestione della rosa da parte di Giampaolo. Corre l’Atalanta, ora però inizia la Champions League. Ma la squadra di Bergamo continua a mostrarsi la più pronta, la più rodata. Con un Muriel in più che se si gasperinizza lascerà il segno anche alla voce continuità. Capitolo infortuni. Sfiga? Campi di Trigoria? Pressione ambientale? Alimentazione? Umidità? Eccessivo numero di partite? Potremmo discuterne per mesi, rincorrendo tesi dalle più credibili alle più risibili. Poi vedi giocare la Juventus macchina infernale in un bollente pomeriggio di fine estate e conti tre sostituzioni per tre guai muscolari. La Juventus che per noie fisiche nella fase cruciale della passata stagione ci ha rimesso le penne in Champions League. E quindi? E mo? Sarà colpa dei pretenziosi tifosi bianconeri che che non si accontentano mai? È un incompetente Sarri come lo era Allegri? Oppure il calcio deve rendersi conto che una cinquantina di partite in dieci mesi, più quelle delle Nazionali, forse prevedono troppe sollecitazioni e pochi allenamenti? Ipotesi. La Roma, in attesa di individuare la causa, vince la prima partita, mostra un delizioso Mkhitaryan e presenta Veretout. Già, il francese. Che dà la sensazione di essere imprescindibile per una squadra piena zeppa di talento e di mezze ali. In cui il suo dinamismo, la sua capacità di fronteggiare gli avversari evitando le esposizioni eccessive dei difensori in uscita, risultano una medicina da somministrare per guarire dalla generosità mostrata nei confronti degli attaccanti altrui, andati in gol sei volte in tre partite. Ora l’Europa League. Poi arriverà la Coppa Italia. Sperando che finalmente in campo e fuori si capisca che non esiste solo il piazzamento in campionato. Perché la Roma, tolta la straordinaria cavalcata in Champions League di due stagioni fa, nelle coppe è stata sempre penosa. Bisogna cambiare registro.
In the box - @augustociardi