In The Box 07/08/2019 19:41
Coraggio
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Nella vita bisogna rischiare. O ti chiami Juventus e, per meriti acquisiti nel corso degli anni, ti piovono dal cielo decine di milioni di euro per gli esuberi, oppure fai di necessità virtù. Cambiando i piani in corsa, riprendendo per i capelli situazioni che credevi di avere archiviato alla voce cessione, o accelerando le pratiche di allontanamento di calciatori con cui hai rotto. Da tre mesi abbondanti la Serie A balla sulle punte. Sembravano note di rock and roll, col passare delle settimane la frenesia dei primi momenti ha ceduto il passo a un valzer sfinente.
Oggi la musica attorno a Dzeko, Higuain e Icardi suona come una cantilena ripetitiva, un tormentone estivo che quasi ti fa pentire di avere l’apparato uditivo perfettamente funzionante. Quante volte avete letto "Dzeko, rilancio Inter", salvo poi scoprire che oggi come ieri, e come ieri l’altro, la proposta nerazzurra non ha mai superato la soglia della decenza fissata dalla Roma? Gioco di incastri. Te lo vendo, a patto che mi dai quanto chiedo. Ma l’Inter più che rilanciare finora ha giocato a battimuro. Tutto ciò che lancia e rilancia le torna indietro. Effetto boomerang. In attesa dell’effetto domino.
Perché non solo si attende da due mesi l’offerta giusta. C’è bisogno del sostituto. Facile a dirsi, complicato da convincere il testardo Higuain, o il grande separato in casa Icardi. Quindi? Se Schick avesse fatto Schick, la Roma dormirebbe su due guanciali. L’erede di Dzeko ventiquattro mesi fa fu pagato a peso d'oro. E allora si corre dietro alle dichiarazioni di Higuain padre e di Higuain fratello, pronti a giurare che Gonzalo non avrà altra squadra, in Italia, all'infuori della Juventus. Oppure ai post di Icardi moglie, Wanda Nara, che usa i social più per provocare l’Inter che per dare notizie di mercato. Quindi? Hai visto mai che la Roma e Dzeko ricominciano a flirtare? Avviso ai naviganti: se così fosse, non diamo meriti al secondo tempo dell’amichevole con il Lille. Il suo valore si misura coi quasi novanta gol in quattro stagioni. I suoi difetti si pesano con l'insofferenza e l’indolenza degli ultimi undici mesi.
Se restasse, bisognerebbe rivedere il contratto che termina fra un anno. La Roma sarebbe disposta a portarlo a scadenza, bella forza. Ma lui? Fra un anno troverebbe ancora un club disposto a offrire un pluriennale da nababbo? Correrebbe il rischio di iniziare una stagione sapendo magari che pure a fronte di trenta gol potrebbe azzerargli l’ultimo scampolo di carriera in caso di infortunio serio? Ma poi, a seconda di quanto spiri forte lo scirocco, Dzeko un giorno per qualcuno si riavvicina e il giorno dopo si mette di traverso. Il che annullerebbe qualsiasi ipotesi di ricongiungimento.
Sta per arrivare il momento delle scelte. Anche coraggiose. Lille-Roma non porta punti e trofei. Porta illusioni, distorsioni della realtà. A breve il tempo inizierà a incalzare. Sempre strozzino è, il tempo. Ciò che ti concedeva con benevolenza fino a poche settimane fa, quando sembrava mancasse un secolo alla nuova stagione, se lo riprende ora con gli interessi, mettendoti fretta. Per evitare ritorsioni ora serve coraggio, prese di posizioni nette, nel cedere e nel comprare. Dzeko o non Dzeko, Higuain o non Higuain Icardi o non Icardi. Sta finendo il tempo delle interpretazioni fantasiose dei tweet di Wanda Nara. Menomale.
In the box - @augustociardi