In The Box 24/07/2019 22:15
Test di calciomercato: quanto siete vecchi?
LR24 (AUGUSTO CIARDI) - Con questo #inthebox Vanenburg non c’entra niente. Lui in quella bollente estate di fine anni ottanta, fu semplicemente il più grande acquisto mancato della Roma per un soffio. Perché mai nessuno, fra i calciatori trattati, fu così vicino dal giocare coi giallorossi. La puntata odierna di questa rubrica è dedicata ai tormentoni che hanno concesso quantomeno il bis. Che abbiano avuto almeno due estati di visibilità. Approfondimento suggerito dal terapeuta che prova a far superare al sottoscritto gli ultimi anni passati a leggere di Roma su Berardi per la teoria dei piedi invertiti. Difficile. Ma tentar non nuoce.
In porta si infila di diritto Gianluca Pagliuca. Da quando fu promosso dalla Sampdoria, non passava sessione di mercato senza finire nelle tabelle dei quotidiani alla voce “obiettivi Roma”. Perché Peruzzi andava alla Juventus, l’eredità di Tancredi tornava vacante, si cercava un numero uno giovane e forte.
Fascia destra di difesa, vince la corsa a tre Hatem Trabelsi, e nel 2003 fu davvero vicino. Cafu era passato al Milan, Mancini era ancora da scoprire dopo i mesi al Venezia, nell’Ajax si metteva in luce un tunisino tutto pepe che l’anno dopo avrebbe vinto la Coppa d’Africa e che nel 2006 andò al Manchester City dopo aver mancato di un soffio la firma con l’Inter. Trabelsi più di Lauren, avvicinato alla Roma sia quando giocava a Maiorca sia quando divenne colonna dell’Arsenal, e più di Corradini, che assieme a Crippa e a Francini, selezionato per la fascia sinistra, nella seconda metà degli anni ottanta era sempre a un passo dalla Roma. Per poi finire, tutti e tre, al Napoli.
In mezzo la scelta è ampia. Mauro Galvao rappresenta quella miriade di difensori brasiliani a un passo dalla capitale. Lo ha ammesso lui stesso poco tempo fa. Gli altri sono Mozer (poi dal Benfica venne Aldair), Ricardo Rocha, Anderson Polga e poi recentemente Dedè e Rodrigo Caio. Lo abbiamo messo in coppia col granitico Rune Bratseth, colonna norvegese del Werder Brema più forte della storia. Quello di Reck, Mirko Votava, Eilts e Kalle Riedle, allenati dal mitico Rehhagel.
Nel centrocampo a rombo guida Mauro Silva. Lo lanciò in Nazionale Paulo Roberto Falcao, a cui si ispirava. Era il faro del Super Depor, dettava calcio in mezzo a Fran, Naybet, Flavio Conceicao, Djalminha, Donato e Jokanovic. Mezze ali Eranio (per almeno tre anni lui e Torrente erano la tassa da pagare alle voci di mercato) e Mikhailichenko, che quando stava davvero per arrivare fu bloccato un ginocchio che scricchiolava.
Dietro le punte Valdo. Gioiello del Benfica. Elegante, tecnico, grande visione di gioco, in molti lo “odiavamo” perché avrebbe dovuto prendere il posto di Giannini, all’epoca vicino alla Juventus. In attacco lo svizzero Chapuisat, fromboliere del Borussia Dortmund che si poteva ammirare in tv perché Tele Più aveva acquistato i diritti della Bundesliga, e Paulo Futre, ai tempi dell’Atletico Madrid di Jesus Gil, preferito in questa rubrica a Litmanen che meno male non sia venuto, sopratutto in una circostanza. Ricordate almeno il 70% dei calciatori nominati? Significa che state invecchiando. E che nessuna trattativa a oltranza per Higuain potrà mai rovinarvi l’estate.
In the box - @augustociardi